mercoledì 14 giugno 2017

Le sere estive

Da sabato qui fa un caldo porco.

Trenta gradi in media durante la giornata e nessun alito di vento che possa mitigare i nostri boccheggiamenti.

Con questo clima le giornate diventano lunghe, gli impegni si accavallano uno sull'altro e tanto vale arrendersi prima ancora di cominciare a risolvere qualcosa.

E i lunedì è ancora peggio.


Dopo un week end intenso ci siamo presi una mezza serata di relax, con le bimbe dai miei genitori e io e Moglie a prenderci un aperitivo all'aperto sperando nella provvidenziale brezza della sera.

Niente brezza, ma un secondo giro di prosecco ha reso la sofferenza più accettabile.

Vado a raccattare le due monelle e le trovo in cortile con il nonno a giocare a palla.
La piccola ha il solito sguardo crucciato e monello, stinchi, ginocchia, mento ricoperti da bolli e graffi. Il resto della pelle scoperta ricoperto da segni di pennarello e altre macchie imprecisate.
La grande mi accoglie con il solito sorriso da finta santarellina, le paperine dorate e la gonna plissettata con i brillantini... peccato per quei simboli di bat-man e uomo ragno disegnati con il pennarello nero sulle braccia, pennarello nero che ha lasciato macchie residue sul resto del corpo e dei vestiti ovviamente.

Gelato?
Gelato!

Lasciamo perdere le gelaterie fighette in centro, e ci dirigiamo al bar-trattoria del laghetto
Il laghetto in realtà è poco più che uno stagno, ma le zanzare non sono poi così fastidiose, e il gracidare delle rane tra i riflessi rossi della sera rende il posto quasi magico.

Il proprietario è uno del popolo, siede tra gli avventori all'aperto allo stesso tavolo di un tipo strano che continua a ridere con aria un po' ebete, e quando prende in braccio la piccola per farle vedere cosa si nasconde nel frigo dei gelati esclama: chi è che puzza di merda qui??? 

Vabbeh, tanto dopo le butto nella doccia e le riprendo solo quando finisce l'acqua calda. Forse.

C'è anche il mio presidente del gruppo Alpini, con il barbone bianco arruffato e la giacchetta a vento che non si sa mai, siamo sempre in montagna nonostante tutto.

La moglie di lui saluta con uno sorrisone Figlia Piccola facendole moine e  complimenti, ma lei la guarda ovviamente malissimo spalmandosi in faccia un misto di panna e cioccolato prima di raggiungere sua sorella.

Mi piace questo posto, quest'atmosfera e questa gente.
Le due cavalle dei proprietari sporgono la testa dalla siepe per osservare lo strano ritrovo umano, e il cane pulcioso e arruffato corre su e giù nel suo recinto in apparenza allegro e giocoso (Ma secondo me dovrebbe uscire più spesso).

Mentre mangio la mia Coppa Oro (quella con le granelle di meringa sul fondo, il gelato perfetto per antonomasia) seduto in riva al laghetto, la piccola mi si appoggia sulla schienaesclamando un "mio papà!" che è il suo must del momento.

Solo più tardi scoprirò che quel senso di umido e fresco era metà del suo gelato che si riversava sulla mia camicia.






3 commenti:

Francesco ha detto...

ma stai verso la val susa o la val sangone ?

spiritodeimonti ha detto...

Susa ;)

Francesco ha detto...

come sai io sono rivolese trapiantato a Milano da 20 anni ormai. i runner torinesi sono molto meno fighetti dei milanesi e molto più forti, questo grazie alle salite/discese