martedì 12 maggio 2020

Spiritodeiboschi

Ieri sera sono incappato su una nuova serie su Netflix: Win The Wilderness.

Un reality in cui alcune coppie si contendono una stupenda casa in mezzo al nulla dell'Alaska centrale, dopo aver dimostrato di essere adatti a vivere in mezzo ai boschi con la strada più vicina a 160 km.

Ovvio che per un fan della prima ora di Into The Wild era impossibile non dare un'occhiata a questo programma.

Duane Ose negli anni '80 si è fatto 90 km a piedi nei boschi dell'Alaska per trovare un posto dove costruire dal nulla la propria casa insieme alla moglie Rena.
Già questa storia mi affascina enormemente, ma vedere diverse coppie attuali pensare e programmare di prenderne il posto è davvero interessante.

Come si può arrivare a pensare di compiere un passo del genere? 

Io nel mio piccolo, in una borgata a 20 minuti dal paese più grande e a un'ora da Torino, avverto la fatica del mantenere una dinamica di coppia e di famiglia equilibrata e senza scompensi causati dall'isolamento (fa ridere usare questo termine!)

Io questo richiamo al selvaggio, alla montagna, ai boschi, allo stare da solo, l'ho sempre avvertito fin da bambino.
Non penso sia una causa esterna, una conseguenza di fatti e situazioni che accadono nella vita. Io proprio sentivo un richiamo, una voglia di selvaggio, di esplorazione. 
Ho cominciato verso i sei anni, quando me ne andavo da solo per i campi e i boschetti dietro il supermercato dei miei genitori, che mi credevano invece nel cortile a giocare a pallone.
Poi quando ci siamo trasferiti nella casa dei miei nonni, fuori dal pese e già un po' in montagna, mi si è aperto un mondo di vigne abbandonate, passaggi segreti verso antichi orti e baite abbandonate.

In questi mesi di quarantena ho potuto coltivare un po' di questa passione, andando a ripulire e sistemare un pezzo di bosco di frassini poco lontano da casa nostra. 
La molla è stata la legna già pronta da raccogliere per affrontare questo periodo eccezionale, ma a parte questo trascorrere le ore, i giorni, in questo luogo è uno dei ricordi più belli di questa quarantena.

E' diventato il Nostro Bosco, dove trascorrevamo tutti e quattro le giornate, come merende e giochi tra gli alberi. Le bimbe erano capaci di starsene tra di loro a trafficare per tutta la giornata mentre io tagliavo le raccoglievo legna, senza bisogno di essere seguite ed accudite.

Io stesso perdevo il senso del tempo, cullato del silenzio e dalla quieta così come dai gesti ripetitivi di raccogliere e ordinare la legna. 
Spesso mi chiedevo il senso di questa fatica, ma forse solo il voler ricercare ordine e bellezza, dove prima c'era confusione, caos e abbandono, è sufficiente a dare un senso alle proprie azioni.


Il segreto forse è essere coltivatori di bellezza. Non farsi distrarre da tutto quello che è superfluo, e da tutto quello che non crea ordine e armonia tra noi e il mondo.



martedì 5 maggio 2020

#gliattimieterni

Ci sono attimi particolari, unici, in cui le energie dell'universo si incrociano improvvisamente davanti alla linea della tua vita, ricreando per una frazione di secondo una sorta di BIG-BANG all'interno del tuo cuore.

Ieri mi è capitato di nuovo. 

La soddisfazione di una giornata giusta, guidando senza pensieri sulle strade che ami.
L'aria limpida e rilucente poco prima del tramonto.
Il sole che filtra all'improvviso tra le foglie verdi e la nube di batuffoli lasciati dai pioppi, accendendo tutto di oro, smeraldo e diamante.
Quella canzone perfetta che proprio in quell'istante -proprio quello - cambia il ritmo sull'incrinarsi emozionato della voce del cantante...

Facendoti esplodere il cuore.
Morire per rinascere in te stesso, nella consapevolezza piena della forza della vita.


lunedì 4 maggio 2020

FASE 2 (La vendetta)

La mia vita lavorativa si era fermata esattamente il 10 marzo scorso.

Beh, fermata non proprio, qualche ora di telelavoro me la sono fatta (neanche una al giorno in media) ma direi che è ben poca cosa rispondere a qualche mail e controllare un paio di documenti standosene tranquilli su un balcone affacciato verso le montagne.

Qui è dove corro io


Questi due mesi per me sono stati fantastici, un concretizzarsi dei miei sogni.
Due mesi a fare l'agricoltore di montagna, coltivando il bosco di frassini per il prossimo autunno, diventando apicoltore con quattro bellissimi sciami, e a breve allevatore con due caprette appena nate. 

Con un po' di vergogna poi, non ho mai smesso di correre. Con ritmi e frequenze tranquille, ma non credo di aver perso più di tanto dal punto di vista "atletico". Di certo sono ancora più magro di prima, complice il lavoro all'aperto di ogni giorno.

Le api...
Che paura ho ancora per questo salto nel buio.
Con il supporto di Moglie mi sono buttato in questa avventura, salvo poi ritrovarmi impaurito e spaesato con tre arnie nuove di zecca sulle spalle, con un costo non trascurabile anche.
Ma poi proprio grazie al supporto morale (e non) della mia metà mi sono tranquillizzato, e ormai da qualche settimane il nostro apiario è in piena attività.

Tre arnie ma... quattro sciami!

Lo sciame di trovatelle e la mia "assistente particolare"


Infatti come se non bastasse, appena ho trasferito i tre sciami acquistati (con molta paura e qualche errore tecnico) nelle nuove casette, un mio amico mi chiama per dirmi che sotto casa sua c'è uno sciame scappato a qualche apicoltore.

Come si fa a recuperare uno sciame?
Boh...
Ma posso non cogliere l'occasione?
Certo che no.

E allora mi sono buttato allo sbaraglio raccogliendo praticamente con le mani il grappolo di api attaccato sotto una roccia.
Non sono riuscito a vedere la regina, ma dopo una settimana sembra che lo sciame sia stabilizzato e stia lavorando per costruirsi da zero l'alveare.

Complicato, impegnativo... ma bellissimo ed emozionante!

Ho conosciuto le mie tre nuove regine, ho visto le prime covate sia con larve fresche che con le prime nascite di apine.
Ho preparato lo sciroppo per loro dandoglielo quasi con il dito come con i cuccioli.
Mi sono fatto pungere tre volte scoprendo di assere piuttosto sensibile alle punture, nonostante in tutta la mia vita non abbia mai sofferto dalle punture di insetti (vespe, zanzare, eccetera)
Ho visto i telai di miele crescere e riempirsi spandendo un odore dolcissimo e rassicurante.

Domani sera inizierò il corso on-line, sperando di acquisire qualche sicurezza in più, e a breve spero di poter vedere il melario dedicato al miele "da asporto" cominciare a riempirsi in previsione del mio primo raccolto (Anche se non ho ancora idea di come fare a "smielare!!!)

La famiglia ha goduto tutta di questo periodo.
Il rapporto di coppia ha avuto dei momenti di fatica, sopratutto a causa di una mia intransigenza e impazienza di dedicare attenzione solo alla montagna, mentre mia moglie voleva ogni tanto tornare a valle per vivere un po' la nostra casa principale.

Le bimbe da un lato hanno patito la mancanza di routine, del rapporto con i nonni materni e con gli amichetti. Ma d'altra parte hanno vissuto giorni spensierati nella natura, nel nostro Bosco, giocando con i cani, con le galline e con i coniglietti. 
Tra di loro hanno sviluppato un rapporto bellissimo, e imparato a giocare insieme come non avrebbero mai potuto fare.
Hanno avuto poco internet, poca televisione ma tante storie raccontate la sera davanti al camino e giochi di legnetti e fantasia tra gli alberi e le rocce.

Magic semina fagioli con il nonno


Adesso si prospettano dei giorni strani...

Oggi sono tornato in ufficio ma non so bene quanti giorni dovrò fare a settimana. 
Forse solo due, forse quattro. 

L'intenzione è di mantenere la base operativa in montagna e di scendere occasionalmente.
La speranza è di riuscire a mantenere una certa continuità con i lavori senza ritrovarsi la settimana troppo spezzata a causa di impegni vari.







giovedì 26 marzo 2020

E comunque il tempo vola anche in quarantena...

E' già giovedì, la settimana è agli sgoccioli ma alla fine non è che ho avuto così tanto tempo libero per fare chissacché.

Ieri sono riuscito a fare esercizio in casa... un'ora e mezza di esercizi in diretta streaming con il gruppo di OCR che alla fine mi hanno lasciato a pezzi. Sticazzi.
Oggi ho male a gambe e addominali, non è poi così inutile fare esercizi in casa in fondo.

La convivenza forzata e inusuale tra marito e moglie non è facile. I ruoli si sfasano, non sono più io che lavoro e mia moglie che gestisce maggiormente la casa.
Ora siamo due presenza costanti per tutta la giornata nelle vite delle figlie, con le nostre vedute diverse che devono cercare di smussarsi a vicenda e trovare un equilibrio.

La cosa non è per niente indolore. Complice il fatto che i momenti di confronto a due senza la presenza delle bimbe sono praticamente zero.

Ieri sera nevicava, anche se la neve non si è fermata.
Oggi fa ancora freddo e probabilmente la pioggerella si trasformerà in nevischio in serata.
Con questo clima tornare su in montagna non è il caso, quindi ci passeremo ancora il week-end giù.

Per carità, abbiamo il torrente e posti isolati a 100 metri da casa, non siamo proprio reclusi, però non c'è la tranquillità della vita in borgata.

Stando giù sono riuscito a fare 12 ore di telelavoro questa settimana... magra consolazione.


Foto di mio papà fatte questa mattina


Stamattina alla radio ho ascoltato Renzi, avrei voglia di averlo davanti e prenderlo a pugni.
Un po' per quanto è coglione adesso un po' per quello che poteva fare invece di rovinare tutto.

Molti dicono che questa emergenza ha messo in luce il fatto che non possiamo più permetterci incompetenti in politica, e io subito penso a quel minchione di Salvini e alla sua compare Meloni, i due più penosi in questi giorni.

Spero veramente in una rinascita della politica e della classe dirigente.
Spero ma non ci credo.
Spero in un presa di coscienza dell'Europa, spero che capiscano che la sicurezza dipende dal sistema sanitario e sociale e non dagli F35 (Che io da Ingegnere Aeronautico venero e seguo dagli albori del loro sviluppo... macchine fantastiche!).
Non credo nell'autonomia delle regioni, ma nello stato centrale forte che dialoga con le amministrazioni locali mantenendo il paese unito e uniforme il più possibile.

La forte Lombardia e la forte Europa sono le vittime di questo contagio, speriamo che dalle loro ceneri rinasca qualcosa di meglio.

martedì 24 marzo 2020

Claustrofobia

Questa è la terza settimana di isolamento, al suo inizio almeno.

Questi decreti e queste limitazioni mi stanno uccidendo, anche se devo passare le giornate sulla pagina Facebook del mio comune a difendere queste regole.

In fondo ci credo, comprendo l'esigenza di gestire "il gregge" (senza accezione negativa). 
Se troppe eccezioni fanno la regola, e la regola diventa un'eccezione.
Ovvio che misure drastiche penalizzeranno sempre i casi particolari, come qualche mio amico cauto e giudizioso che non potrà più prendere la mulattiera da dietro casa per farsi un giretto, ma di certo è impossibile analizzare ogni caso a autorizzare alcune cose e altre no.
Discorso a parte per interessi economici particolari come tabacchi e lotterie.


Oltre la corsa, queste restrizioni colpiscono anche la mia permanenza in montagna...

La mia situazione è strana, ho mantenuto residenza e avviato un'azienda agricola nella mia borgata (distante 20 minuti di macchina) pur vivendo principalmente a fondo valle nel comune limitrofo, originario di mia moglie.

Ora siamo tornati giù, perché dopo due settimane avevamo bisogno di sistemare un po' di cose, soprattutto per la scuola e il mio lavoro a distanza, e fare provviste serie.
Poi è arrivato il freddo e la pioggia (Anche neve intorno ai 1500 metri), e adesso sono quattro giorni che mi ritrovo chiuso in casa con qualche paura a spostarmi di nuovo in montagna.
E' vermaente dura stare rinchiusi, non posso immaginare chi viva nei quartieri popolosi e periferici delle grandi città, magari con famiglie numerose stipate in piccoli appartamenti.
Deve essere angosciante.

Ma egoisticamente la mia situazione mi sta stretta, e vorrei tornare al più presto alla libertà della mia borgata di montagna, anche se non ho abbastanza legna per questo freddo e i collegamento internet è precario.

Chissà come sta il nostro santuario nel bosco dedicato alla Natura...




Speriamo che le nostre preghiere siano giunte a chi di dovere.

sabato 14 marzo 2020

In isolamento

Da mercoledì ci siamo auto reclusi in montagna, cercando un po' di tranquillità e fuga dalla realtà del momento.
Di certo allontanarsi dai paesi "blindati" e poter uscire tranquillamente per boschi e prati aiuta a far sentire tutto questo una bella vacanza.

L'isolamento non è proprio rigoroso... nella nostra borgata ci siamo noi quattro, mio padre e mia madre, mio zio con mia nonna e occasionalmente vengono su anche i miei due nipoti.

Questa settimana sono stato in ferie, ma la prossimo la mia ditta si fermerà lasciandoci in cassa integrazione. La cosa non mi dispiace per niente, essere pagato lo stesso per starmene qui a lavorare, correre e seguire le mie figlie non è male.




La corsa si limita al trail, ovvio, ma anche questo non è poi così male per me.
Ieri mi sono goduto un bel giro di 14 km, la prima metà fatti da solo, poi per la seconda sono ripassato da casa per "raccattare" la mia consorte e farle fare un'ulteriore ora di sali/scendi molto allenanti.

Per il resto il mio amico faggio mi tiene compagnia durante i pomeriggi, e ormai si è trasformato in una bella catasta di legna chiara.
Mi sono potuto dedicare anche ai meli, terminando la potatura con calma e sperimentando qualche innesto con delle piante che crescono giù in paese nell'orto di mio zio e che danno delle mele davvero ottime.

Adesso torniamo a studiare la tabellina del 7 con Star, tanto oggi c'è nebbia e freddo (mentre ieri con il sole sembrava di essere a maggio).



lunedì 9 marzo 2020

I nostri week-end sotto il segno del Virus

In casa la preoccupazione sta crescendo.
Moglie ha la "fortuna" di avere tanti ex-compagni del liceo (un gruppo molto affiatato reso ancora più tale dalle chat di whats'app... per inciso io non ricordo neanche i nomi dei miei compagni delle superiori!) legati al mondo della sanità tra medici e infermieri, e le notizie che fanno circolare non sono per niente rassicuranti.

Sabato sera avevamo una cena con dei miei amici, persone che arrivano da parti molto variegate della provincia di Torino, e alcuni dei quali viaggiano molto per lavoro. Alla fine abbiamo rinunciato e ce ne siamo rimasti a casa, seppur in un'atmosfera di insofferenza e nervosismo.

Domenica non sapevamo bene cosa fare. Il nuovo decreto lasciava Torino fuori dalle zone rosse, ma non credo che l'eccezione durerà a lungo.
Alla fine abbiamo deciso di andare in montagna, cercando un po' di tranquillità e lontananza dalla gente.

La bellezza dei panorami non ha palcato tutte le ansie, ma di certo ha migliorato la situazione.
Ora bisogna capire come affrontare la settimana... l'idea più appetibile e prendere ferie e dedicarci un po' alla nostra casa in montagna, visto che c'è molta legna da spaccare e portare al coperto e il giardino da pulire prima che arrivi la primavera.

Ecco, questa è una novità da segnalare.. da questo autunno sono ufficialmente un imprenditore agricolo, avendo aperto la mia partita IVA.
La cosa non ha ancora risvolti pratici, ma almeno è un primo passo per cercare di realizzare qualcosa in futuro.

Lo sport?
Nel post precedente ho scritto che marzo partiva bene, e puntualmente mi sono smentito da solo!
Niente corsa da giovedì, anche perché volevo provare a far risposare le ginocchia. Sabato ho fatto la mia terza uscita in bici (da ottobre ho preso una bici da corsa d'occasione), facendo 34 chilometri la cui andata ero contro un vento talmente forte da darmi l'impressione di scalare qualche passo alpino. Per contro il ritorno è stato quasi da giro in e-bike!
Bella uscita comunque, alla sera ero morto, e girare per i paesini della valle in bicicletta è davvero rilassante e piacevole, molto diverso rispetto alla corsa.