mercoledì 13 dicembre 2017

Maratone (Alpine) e serate milanesi

C'erano tante cose che volevo appuntarmi, per tenerne il ricordo, per rifletterci su e mettere un po' di ordine.

Probabilmente la difficoltà a ordinare e concretizzare i pensieri e i progetti ha un nome clinico, rientra magari addirittura in un anamnesi medico-psicologica bene definita, ma per ora  la mia beata ignoranza non mi disturba affatto.

Tante cose dicevamo, si...

Novembre è un mese difficile, credo lo sia per tutti. 
Intacca l'umore con il suo freddo, con le giornate grigie e buie, con il rimpianto della bella stagione e l'ansia da prestazione per l'anno che volge al termine.
Quand'ero da solo me la cavavo in scioltezza, In due le cose si sono complicate un poco (diciamo un po' di più dai), in quattro le dinamiche sono molto delicate.

Essere una coppia, essere genitore, essere un individuo e curare le diverse esigenze contemporaneamente è un'impresa titanica.
Per questo probabilmente, se guardo gli esempi che mi circondano vedo pochissimi (e reali) successi, tanti -troppi- fallimenti.


Noi abbiamo la fortuna di avere quattro nonni molto presenti e disponibili, e non oso immaginare chi questo lusso non lo conosce.
Grazie a loro questo mese ci siamo concessi il lusso di una serata di coppia a Milano per vedere dal vivo Nick Cave con i suoi Bad Seeds.
Ce la siamo presa con comodo, prendendoci tutto il tempo necessario per un ottimo aperitivo QUI, dove mi sono deliziato di un uovo alla poche con crema di topinambur e funghi, bevendo un corposo bianco dell'Alsazia.
Adoro le uova, adoro i vini alsaziani, e il piatto cucinato alla perfezione mi ha fatto provare un'estasi del gusto favolosa.

Ed è con gli strascichi di quest'estasi che ci siamo avviati verso il forum di Assago.
Strepitoso Nick, come sempre. 
Un concerto ben diverso da quello del 2009 a Venaria, che seguiva un album più leggero e melodico.
Questo era il tour della catarsi emozionale di un padre che ha perso il proprio figlio, un uomo che si mette a nudo e cerca la comunione con i propri fans.

Dolente, intenso, VIVO

La vita vissuta con ogni fibra, che forse è l'unico rimedio alla morte e al dolore più grande.

Il suo dolore che è poi la mia più grande paura, e così come me forse migliaia di altri spettatori hanno condiviso quelle paure e quei dolori ancestrali insieme a lui.
Lui che cercava con affanno e disperazioni questa condivisione, cantando quasi sempre in mezzo al pubblico, scendendo tra la gente, toccando e guardandoci negli occhi uno ad uno, per poi chiamare tutti a sé sul palco al termine dello spettacolo.

Viscerale.

Emozionalmente traumatico.





Eppure quello che ci ha trasmesso è slancio, energia. Positività.

E tutto questo mi ha lasciato la consapevolezza di dover coltivare il bello, coltivare le emozioni nella loro totalità, senza tralasciare (troppo) nessun aspetto.
Così come abbiamo fatto in questa serata.



Ed ovviamente la corsa segue molto questo principio, specialmente gli ultra-trail, dove le sensazioni e le emozioni si esasperano fino al limite del sopportabile.


Da questo punto di vista, archiviato l'UTLO, dopo solo due settimane mi aspettava la NOSTRA gara, la gara della mia società a cui abbiamo lavorato per mesi, soprattutto pulendo e tracciato i nostri sentieri come se fossero i pavimenti di casa.
Quest'anno esordiva la Marathon: 42,195 km fatti però con 2600 metri di dislivello.

Un po' ero preoccupato, questo trail mi ha sempre portato sfiga, nonostante abbia iniziato a correre su questo percorso e ne abbia poi fatto il mio terreno di allenamento preferito.
Ovviamente poi il meteo ci ha messo del suo, e alla partenza mi sono ritrovato sotto una pioggia battente ed un freddo pungente, maledicendomi per non aver optato per una gita alle terme.
Invece alla fine è andata bene, con un tempo di 6 ore e 24 minuti (oltre un'ora in meno del giro di prova in allenamento) e 24a posizione assoluta davanti alla seconda donna.





Degna chiusura di stagione, ora dopo un po' di riposo bisognerebbe pensare a buttarsi nei lavori di forza per fare quel salto di qualità che mi manca nella resistenza in salita.
Mi farebbe bene andare in palestra... ma qui ritorniamo al tema iniziale, e al tempo necessario per prendersi cura di tutto il resto della mia vita, partendo dalle due piccole pesti che giorno dopo giorno diventano vere e proprie signorine.











2 commenti:

Francesco ha detto...

bene per il buon vecchio Nick, che prefereivo di più nello scorso secolo se devo dire. benissimo per la chiusura trailistica di anno. vedo che novembre non è difficile solo per me !

Cristina ha detto...

Bellissimo post, pieno di riflessioni in cui mi ritrovo, anche se spesso non sono nemmeno capace di formularle. Questo disco di Nick Cave, è davvero potente, come la speranza che lo percorre nel dolore. Daje tutta per questa fine anno!

Sulla corsa non mi dilungo... sempre la solita catarsi della fatica estrema!

Cristina