giovedì 20 luglio 2017

Epic CRO-fail


183 concorrenti alla partenza.
108 all'arrivo

40% di abbandoni... tra cui il sottoscritto!


Una delle gare più dure del panorama ultra-trail, forse la più dura tra le sue "simili", cioé gare che si aggirano sui 120 km con dislivelli di 6/7000 metri.

Eppure ero partito bene, con le gambe che giravano e le giunture che non davano problemi sulle prime, seppur limitate, discese.
I primi 25 km erano forse i più duri da un punto di vista fisico, basti dire che in questo breve tratto si raggiungevano già 2600 metri di dislivello, più di un terzo del totale.
Eppure per me non avrebbe dovuto essere un gran problema, già fatto cose molto simili. Invece, in prossimità del primo cancello orario, il rifugio Don Barbera, ho cominciato ad avvertire disagio allo stomaco. Fermato, preso del brodo caldo, ma alla ripartenza invece che sentirmi meglio ho cominciato ad avere nausea fortissima e spossatezza.

Stringendo i denti ho proseguito per quasi dieci km, tra soste, vomito e giramenti di testa.
Ma di notte, a 2400 metri di quota in bilico su un costone scosceso non è facile mantenere la lucidità.
Ad un certo punto un volontario del soccorso alpino mi incrocia e mi propone di riportarmi al rifugio in macchina, visto che da lì in poi mi aspettano più di 15 km in cresta senza possibilità di evacuazione su mezzi.

Fin qui è stato bellissimo comunque!

Il disagio è troppo forse, facile farsi tentare e soprattutto lasciarsi convincere a desistere.

Addio sogno dell'arrivo al mare.




....

A quasi due settimane di distanza la delusione mi segue ancora.
Avrei potuto evitare questo ritiro?
Se fossi partito ancora più piano?Se avessi evitato il brodo mangiando invece solo delle arance?
Se (soprattutto) non avessi incontrato il ragazzo del soccorso alpino, stringendo i denti in attesa di calare di quota e di "riposarmi" nelle prime e lunghe discese?

Magari ce l'avrei anche fatta per quel primo tratto, ma se i miei compagni di squadra nettamente più in forma di me sono crollati a loro volta a causa del caldo e della nausea durante il giorno successivo, non avrei rischiato solo di prolungare la mia sofferenza per ritrovarmi allo stesso risultato?

Invece ho trascorso un sabato e una domenica al mare con la mia famiglia godendomi a pieno ogni momento, e soprattutto non avendo nessuno strascico fisico (neanche un po' di stanchezza alle gambe!) che mi impedisse di giocare e divertirmi con le bimbe.


E adesso?

Ho ripreso subito a correre, e devo dire che mi sento molto in forma in questo periodo.
Ieri sera appuntamento imperdibile per i runner della zona, con una garetta di 6 km tra campi di mais e stradine di campagna.
Per la prima volta ho tenuto testa ai veterani che da un paio di anni punto a raggiungere in queste corse, battendo il mio record sui 5 km con un meritevole ritmo di 4'05".

Beh, diciamo che è la prima volta da un po' di mesi che corro 5 km in piano, in ogni caso il risultato è incoraggiante, e se non fosse stato per il fondo sconnesso e alcuni imbottigliamenti, forse l'agognato muro dei 4'/km l'avrei infranto.

Sto anche pensando di ributtarmi negli ultra trail, anche se la paura è molta, visto che il problema della nausea è subdolo e crudele, e pensare di ritrovarsi a metà gara, magari su una cresta di una montagna di notte, con conati e vertigini è decisamente scoraggiante.

Un obiettivo papabile è il trail del Lago d'Orta , però limitandomi alla distanza di 82 km.
Dopo una gara di 66 e un allenamento di 75, il salto più logico è in effetti questa distanza provata in gara, per poi sdoganare una volta per tutte le over 100 km.

Che faccio, mi iscrivo???

2 commenti:

Francesco ha detto...

Ti direi "iscriviti".

Perché un episodio non fa la storia

spiritodeimonti ha detto...

Anche questo è vero :D