giovedì 13 novembre 2014

E' da domenica che piove in pratica ininterrottamente.
Con precisione da domenica alle 9:50, quando il mio trail era partito da soli venti minuti e io incominciavo ad affrontare la lunga salita che mi avrebbe portato alla quota di "crociera", intorno alla quale, tra vari sali e scendi, si sarebbe svolto il grosso della corsa.

Alla fine è andata bene, sono contento.
24 km sotto la pioggia e al freddo, annaspando nel fango o sulle pietre liscie delle mulattiere, ma non ho mai avuto grandi crisi, ho concluso tutto (pur al mio ritmo piuttosto lento) nelle pronosticate 3 ore e trenta, lasciandomi ancora alle spalle un centinaio di partecipanti.
Le discese mi hanno dato particolare soddisfazione, facendomi guadagnare un bel po' di posizioni ed essendo particolarmente divertenti.

Si può migliorare, certo. All'edizione del prossimo anno potrei puntare alle 3 ore con un buon lavoro sulla salita e con più pazzia in discesa.
Ma in realtà mi importa?
Non più di tanto. Il bello è riusicre a parteciapre, godersi il percorso senza sputare sangue, vomitare o bloccarsi per i crampi, e soprattutto senza dover sottostare ad un regime di allenamento costante che ti succhia ogni momento libero della settimana.

Questo tempo poi è davvero nemico della corsa all'aria aperta, molto meglio prendersela con calma e passarsi le serate tranquilla a casa al caldo.
Ieri sera ho fatto così, evitando di uscire a correre, e standomene invece a casa a cucinare con tutto il resto della famiglia.
Per la prima volta da diversi mesi poi, ieri sera ho provato a far addormentare io la piccola.
A 20 mesi prendere ancora il seno per addormentarsi comincia ad essere faticoso. Io non ho mai voluto più di tanto insistere, ma questi grandi vantaggi dell'allattamento a richiesta, protratto fin quasi ai due anni, per adesso non li vedo.
Anzi...
Confido che i lati positivi ci siano, e che si manifesteranno in futuro. Però adesso vedo più che altro il peso di dover cedere ogni volta alla richiesta della tetta, e l'impossibilità per me di dare il mio contributo per la nanna.

Ieri sera comunque il metodo tetta non funzionava, e alla fine abbiamo provato a darci il cambio.
Mi sono messo a letto con una piccola tata-demonio che urlava e si dimenava come una pazza, ma dopo un lunghissimo resoconto sulla nanna dei vari cuccioli della foresta (in paritcolare molto apprezzata la scimmia-bimba che dorme sul ramo più alto, cullata dall'ondeggiare dell'albero e dal suono del vento), anche lei ha ceduto al sonno.

Il problema è che questo è solo un primo passo, la cosa più difficile sarebbe gestire i risvegli notturni che adesso, avendo il lettino unito a quello matrimoniale, si risolvono nei pochi secondi necessari a prenderla e attirarla verso il seno.
Sarebbe di certo una fatica più grande alzarsi e andare nella sua cameretta per farla riaddormentare... ma forse non varrebbe la pena a questo punto di fare il sacrificio?
Da un lato mi rendo contro che le motivazioni di base sono egoistiche: avere più indipendenza e intimità per noi come coppia. Ma dall'altro mi chiedo se ormai non si sia arrivati ad un punto "pericoloso", oltre il quale il distacco dall'allattamento al seno e dal letto in comune diventi sempre più doloroso.

Forse non è una cttiva idea prendersi come limite massimo i due anni, e lavorare già da adesso ad un progressivo distacco.

Ci sono tante cose da fare. Tanti progetti e ancora più dubbi e incertezze.
In un lampo siamo arrivati a metà novembre, e anche questo 2014 se n'è bello che andato...









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