martedì 14 giugno 2016

aSocial

E' da un po' di tempo che mi sento in crisi con il mondo dei Social Networks, soprattutto Facebook.

Mi ritengo, in maniera del tutto autoreferenziale, un precursore di questo mondo.
Ho cominciato nei primi anni '90 con le BBS e i modem 14.4 prima che arrivasse internet per tutti. 
Poi mIRC e forum vari riempivano la mia vita notturna (e non), e sono arrivato al punto di avere quasi una seconda vita all'interno di gruppi di gioco di ruolo on-line.

Su Facebook mi sono iscritto da subito, in un momento in cui miei conoscenti diretti non ce n'erano e usandolo sulla falsa riga di Splinder (che frequentavo tantissimo in quel momento), quasi come fosse una sorta di blog.

Nel giro di pochissimo tempo le cose sono completamente cambiate, e FB è diventato "popolare", diffondendosi tra i miei amici, i miei vicini... e addirittura alle mie vecchie zie!
Senza dubbio una rivoluzione, e se penso alla portata che ha oggi il fenomeno rimango basito.

La conseguenza principale è che quel vecchio mondo che conoscevo è finito. 
Le comunità basate su hobby, passioni, interessi comuni sono piano piano sparite (Lo stesso blogger langue abbastanza), assorbite dall'invadenza del maledetto faccialibro.
Facebook sembra quasi scandire e benestariare al mondo le nostre vite: tu sei quello che posti.
O ancora peggio: tu fai per poter postare, e quindi apparire.

Tralasciamo poi tutti i problemi del dare con troppa facilità voce ai più beceri e ignoranti in circolazione. 
Le varie stragi terroristiche degli ultimi tempi sono la prova più lampante.
Ai tempi delle community su forum (Io frequentavo molto IGZ), magari si apriva un thread apposta, magari tanti sparavano ovvietà e commenti qualunquisti, ma in generale la discussione si manteneva costruttiva e onesta. 
Oggi si passa da un'immagine profilo prodotta in serie a delle condivisioni fatte in automatico di frasette becere e ridicole che forse nessuno ha neanche letto veramente.

Vabbeh -mi si potrebbe dire- cazzo te ne frega e stanne fuori.
E di solito così è, soprattutto per queste vicende drammatiche.

Il problema è che non sono immune a questi meccanismi, mi lascio coinvolgere.
Vedere le foto di gente che non sembra far altro che diversi, andare a feste, fare sport o viaggi, mi crea sentimenti di invidia/fastidio/inappropriatezza/e-chi-più-ne-ha-ne-metta.
Poi magari io mi diverto di più, magari ho più soddisfazioni (Lo spero, forse è per questo che non sento la costante esigenza di condividere ogni minchiata che faccio), però mi sento disturbato, forzato a dei comportamenti che non sento appartenermi.

E mi da ancora più fastidio la consapevolezza che non sarei in grado di uscirne!

Un po' per i contatti che ho (Tantissimi per la corsa), un po' perché l'abitudine di passare il tempo sfogliando i vari post e spiando i cazzi degli altri è dura da abbandonare.
Ho l'impressione però che questi "contatti", queste amicizie e questo senso di soddisfazione sociale legata ad una visibilità fittizia, alla fine impoverisca i reali rapporti umani e ci lasci con un senso di insoddisfazione di base piuttosto pesante.

Ieri sera parlando con mia moglie (che è arrivata per altre strade a conclusioni simili), mi proponeva di abbandonare, come famiglia, Facebook, e provare ad instaurare rapporti con le persone più veri e soddisfacenti.
Di certo ha ragione (Come sempre, se no non sarebbe mia moglie!), però - come dicevo- non credo di sentirmi pronto...

E non credo di sentirmi pronto per faticare e socializzare in modo più attivo e intenso!




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