lunedì 19 dicembre 2016

Sulle piste da sci bisogna andarci... con gli sci!

E' stato un weekend lungo, faticoso, di quei weekend che ti si appiccicano addosso e te li trascini almeno fino a mercoledì.

Sabato tanta trepidazione per questo Vialatteatrail...
Molto bella la location, una Sauze d'Oulx allegra e addobbata a festa, con tante luci e tanta gente per le strade e nella piazza allestita per la partenza.
Mentre mi preparavo nella palestra del paese cercavo di capire come si erano equipaggiati gli altri... ramponcini? Bastoncini? Giacche a vento o piumini?
In effetti c'era di tutto, dall'omino Michelin a virtuoso delle calze fini e gilet leggero.
Io alla fine ho optato per un doppio strato di magliette termiche, gilet soft-shell e sopra k-way antivento leggero. Nello zaino piumino tecnico e pile. Per i piedi delle "catene" da neve, ma non messe alla partenza, visto che si prevede quasi un km di asfalto pulito.

Alla partenza c'è un bel clima, gente entusiasta e allegra che infonde energia.
Mi riprometto di partire calmo, e infatti il primo km trotterello con i miei bastoncini in mano senza spingere. Quando comincia la pista da sci mi rendo conto di aver fatto il primo errore! Il fondo è compatto, la salita subito importante, avrei dovuto mettere da subito le catene, invece fatico più del dovuto ad arrampicarmi solo con bastoncini e punta delle scarpe. Avrei dovuto fermarmi e metterle subito appunto, ma come sempre all'inizio, sembra che pochi secondi possano decretare il fallimento di un'intera gara e quindi insisto ad andare avanti.

La salita è di 1200 metri scarsi, tutta per piste da sci a volte davvero ripide e scivolose.
Me la cavo comunque, non soffro particolarmente e arrivo al GPM del trail corto con un tempo di 1h20' circa, però io devo proseguire ancora per un bel pezzo, e la cima del monte Fraiteve la raggiungo in 1H45' in maniera ancora abbastanza briosa.

Piccola concessione al ristoro, poi ci si tuffa verso Sestriere, e subito capisco che non posso più andare avanti senza catene. Perdo qualche minuto per fissarle al meglio, poi mi fiondo senza cognizione giù per la pista...

E' dannatamente divertente, bisogna ammetterlo!

Se si riesce a far correre le gambe senza paura si scende come dei pazzi divertendosi non poco.
Scendo 700 metri in poco più di 20 minuti , raggiungendo il punto di controllo con un buon quarto d'ora di margine sul cancello delle 2h30' (cancello che non credo si stato applicato, visto che io sono più o meno a metà classifica, e dopo di me ci saranno ancora un centinaio di concorrenti).
Da qui parte la seconda salita, "solo" 6 km e 400 metri di dislivello, da fare su una strada carrozzabile chiusa per la neve.
Sembrerebbe facile, ma ben presto mi rendo conto che la discesa appena fatta mi ha cotto per bene le gambe, che il fondo instabile mi rende faticoso ogni passo e che la pendenza leggere non aiuta ma rende la salita interminabile e soprattutto non mi permette di salire di ritmo e scaldarmi.
Comincio a raffreddarmi, e se provo ad accelerare sento le forse abbandonarmi...

Per lunghi momenti mi sento assalire da crisi di panico, comincio a pensare di chiamare aiuto, di abbandonare prima di stare male e bloccarmi nella neve.
Sono paure irrazionali, in realtà non sono così stanco e non ho così freddo, però il panico e l'ansia sono dietro l'angolo, e lo stupore di queste sensazioni mai provate prima (una cosa simile l'ho provata solo in passaggi particolarmente esposti e pericolosi in montagna) mi spiazza.
Decidi di calmarmi, fermandomi per mettermi addosso il piumino e mangiare un po' di frutta secca. Riparto con calma e piano piano supero la crisi, arrivando all'agognato Col Basset col tempo di  3h45, davvero tanto.
E purtroppo non è finita, la discesa di rivela veramente dura, ormai non ho più forza nelle gambe e lo stomaco mi si rivolta ad ogni passo. Scendere i 900 metri che mi separano dall'arrivo mi costa altri 50 minuti di sofferenza, perché il brutto delle piste da sci è che o corri o stai fermo, non è contemplata la discesa tranquilla come nei sentieri dei trail normali.

4h 35 ' finale, 122° su 204 partecipanti.

Blanda prestazione, avrei dovuto avvicinarmi di più alle quattro ore, era nelle mie possibilità.
Ma soprattutto non dovevo soffrire così tanto, se voglio affrontare competizioni ben più lunghe dovrei riuscire ad avere più sopportazione fisica.
Ero piuttosto deluso e demotivato, lo ammetto... che senso ha partecipare con questi risultati? E senza mai ottenere dei significativi miglioramenti?
Solo oggi, analizzando il percorso rispetto ad altri concorrenti (Vedi che Strava serve a qualcosa!), ho visto che nella prima metà ho fatto una buona gara, che il potenziale nelle gambe in fondo c'era. Poi molti sono crollati sulla seconda salita, e tanti in modo decisamente più eclatante.
E' stata una gara a sé, difficile soprattutto per la neve e per il freddo, non paragonabile a trail normali.
E in fondo è stato un ottimo allenamento, visto che il punto più critico che dovrò affrontare è proprio quello delle crisi durante la gara, e non di certo il buon ritmo o la prestazione sul tempo.

La voglia di lavorare sta tornado... ma tra qualche giorno eh, che adesso vorrei godermi un po' di riposo e di caldo, lontano dalle strade se possibile.









1 commento:

Cristina ha detto...

Cacchio sembra davvero difficilissimo! Forse anche il periodo particolarmente faticoso a casa ti ha provato, soprattutto di testa. Io sono molto fifona in discesa, però credo che arrivare alla fine di un trail così complesso sia davvero una soddisfazione!