venerdì 12 maggio 2017

Il mio piccolo Lupo Selvaggio (e altre storie)

Credo di essere nato con un piccolo spirito selvaggio e non addomesticabile nascosto dentro di me.

Da piccolo giocavo nei boschi e nelle vigne abbandonate dietro casa dei miei nonni (che per molti anni è stata anche casa nostra), inseguendo strani richiami di luoghi segreti, di angoli magici e nascosti in mezzo al verde impenetrabile.
Ricordo benissimo ancora adesso quella sensazione, era come se percepissi la mia vicinanza con un mondo parallelo al nostro, e che mi bastasse soltanto fare l'ultimo decisivo passo per trovarmi di là, dove la luce è bassa e calda, e l'aria profuma di fieno.

Sognavo viaggi, sognavo cacce nei boschi correndo per i castagneti con le mie lance di legno e gli archi fatti con i rami di nocciolo.
Mio padre per coltivare questi miei istinti (si possono chiamare così?) mi portò un paio di volte a fare dei campeggi solitari in montagna dove portavamo poco cibo cercando di procurarci qualcosa con pesca e raccolta. Piccole avventure che per un bambinetto intorno ai dieci anni possono sembrare odissee fantastiche.

Ripensavo a queste dopo aver (finalmente) guardato Captain Fantastic, un film che chiude un po' la mia personale trilogia cominciata con Into The Wild e Wild.
La voglia di solitudine e la fuga dalla società; poi il viaggio in solitaria come espiazione e ricerca di una propria identità; e infine lo trasmettere questi ideali e stili di vita ai figli.

Ovviamente il film mi ha toccato parecchio, pur con i suoi difetti e con le sue imperfezioni, perché si sa, non è il film/libro/canzone in sé ad emozionare, ma la sua capacità di toccare corde profonde in noi.
Vorrei tanto coltivare nelle mie figlie questa voglia di contatto con la natura e con il loro lato più selvaggio, dar loro delle "armi" in più per essere forti e indipendenti in qualsiasi luogo scelgano di vivere.
Scappare dalla società è assurdo ovviamente, ma riuscire ad estraniarsi da essa, saperla osservare da lontano e con distacco perché si conoscono e si sperimentano altri modi di vivere è un obiettivo che sarebbe bello raggiungere.



Nel frattempo sfogo queste energie negli ultra-trail e soprattutto negli allenamenti in previsione di questi, che spesso per il loro carattere improvvisato e solitario sono più affascinanti e avventurosi del trail stesso.
Lunedì ho in programma un giro da 75 km lungo quasi tutta la Valle di Susa, seguendo il "famoso" Sentiero dei Franchi.
Tanta lunghezza ma tutto sommato poco dislivello, forse poco più di 1500 metri.

Magari proprio su quel cammino riuscirò a sentire ancora una volta il richiamo dell'altro mondo.




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