giovedì 16 giugno 2016

Piccoli sportivi crescono (?)

Ieri sera ho fatto un bell'allenamento con la mia squadra: 5000 "veloce" e ripetute sui 200 metri.
In realtà non ero in forma, il giorno prima sono andato a correre con il mio collega facendo un po' di Fartlek con anche tratti in salita e su scalini, e le gambe ne hanno risentito come non avrei immaginato.
In ogni caso ho fatto il mio record sui 5000, scendendo sotto i 4'30" (4'23" per la precisione), e dopo sui 200 mi sono difeso piuttosto bene, rimanendo attaccato al gruppo senza problemi.

Credo di avere una buona predisposizione per la velocità (ho anche le gambe lunghe, quindi parto avvantaggiato!), mentre la resistenza è un po' il mio limite.

Era così già da ragazzino...
Quando facevo le medie da noi si faceva la corsa campestre in inverno e i giochi della gioventù in primavera.
Il primo anno della campestre sono arrivato penultimo, soffrendo un casino. 
La cosa mi ha segnato parecchio. Io ero un bambino piuttosto agile, veloce, bravo nei giochi fisici, e trovarmi così in difficoltà mi ha umiliato parecchio.
In effetti poi ai giochi della gioventù risultai piuttosto portato per la corsa ad ostacoli, dove arrivai addirittura al terzo grado di competizione andando a disputare le finali provinciali a Torino.

Forse non sarebbe stato male coltivare quella predisposizione, soprattutto tenendo conto del fatto che con gli sport "di palla" non sono mai andato d'accordo.
Invece mi limitai (seguendo il gregge) a giochicchiare come tutti nella squadretta di calcio del paese, sentendomi sempre fuori posto e abbandonando poi presto ogni tipo di rapporto con il pallone.

Non so se biasimo i miei genitori per non avermi seguito e stimolato abbastanza.
Credo di si.
Credo che l'avermi lasciato troppo solo in questo ambito mi abbia fatto perdere delle occasioni,  e forse portato a periodi di relativa solitudine e senso di inadeguatezza.
Può essere che questo mi abbia fatto bene, che mi abbia fatto capire come credere in me stesso e trovare la mia dimensione uscendo dagli schemi classici... ma in fondo non ne sono completamente sicuro.

Per questo mi chiedo spesso come posso aiutare al meglio le mie figlie.
Non ho dubbi sul fatto che le vorrei vicine al mondo dello sport, indubbiamente una scuola di vita sana e stimolante.
Per fortuna mi sarà risparmiato il calcio (o almeno quello maschile troppo esasperato ed alienante).
Di certo mi piacerebbe avvicinarle alla corsa, o comunque ad ambienti particolari in cui coltivare amicizie un po' più profonde e costruttive, magari mondi legati alla montagna.

Dovrei comunque trovare il modo di non influenzare (e forzare) le scelte in base ai miei canoni. 
Guardarle, cercare di capirle e stimolare le loro doti o le loro predisposizioni.
Il fatto di non avere figli maschi, con cui cercare di ricreare una mia copia riveduta e corretta, dovrebbe aiutarmi...

Speriam.



4 commenti:

S. ha detto...

mi permetto solo di suggerire, non puntare sulla danza sopratutto la classica, che inevitabilmente tende verso un lavaggio del cervello sulla magrezza...mentre ragazze che si distinguono nel canottaggio ce ne sono molte e moltissime ad alti livelli. Ambiente sano sotto vari punti di vista.

spiritodeimonti ha detto...

Avevo tralasciato il "pericolo" danza... no, non mi ispira.

In effetti quest'estate quand'eravamo al lago vicino al nostro paese, è arrivata ad allenarsi una squadra di Salvamento con tavola (ho scoperto quel giorno che era uno sport ben definito). Era un bel gruppo di ragazzi e ragazze, e ho giusto pensato a che bel tipo di ambiente fosse quello: acqua, sole, aria aperta, lavoro in gruppo ma prestazioni più che altro personali.

Ottimo suggerimento, grazie ;)

Francesco ha detto...

io ahimè con mia figlia non sono riuscito nell'inculcarle spirito sportivo, ma non è mai troppo tardi per iniziare a fare sport....quindi sa mai.....

spiritodeimonti ha detto...

Assolutamente Francesco.
E magari con la possibilità di fare sport insieme ;)