lunedì 27 gennaio 2014

Memorie

A molti sembra quasi fantascienza, allo stesso livello di un ritorno alle lotte tra gladiatori al Colosseo, eppure io continuo a sentire l’alito di quest’ombra sempre dietro l’angolo.

 Ombra, è il termine che più si confà a questa sensazione. Come è possibile che intere nazioni e popoli vengano travolti da questa mancanza di umanità? Da questa voglia di violenza e di crudeltà verso gli altri uomini?
Come è possibile che tutto avvenga nella quasi totale indifferenza?
E’ come se qualcosa calasse sul mondo, spegnendo la speranza, la compassione e la fratellanza tra gli esseri umani.

 Io ho sempre avuto un’istintiva repulsione e paura della violenza.

Quand’ero bambino, intorno ai sei anni, mi ricordo che avevo una stranissima paura ad incontrare persone più grandi di me in posti isolati (e io vivevo in posti piuttosto isolati ed ero abbastanza vagabondo).
Non si trattava della televisione o cose sentite dire, infatti non avevo paura di essere rapito, ammazzato o violentato. Avevo solo paura della violenza e della cattiveria gratuita, del fatto che quelle persone, per divertimento, potesse darmi fastidio, “torturarmi”.
Crescendo, quelle mie paure mi hanno sempre più stupito per la loro irrazionalità da un lato, ma per la loro consapevolezza dall’altro.

E’ come se conoscessi qualcosa, qualcosa che per fortuna in questa vita non ho mai visto, ma di cui è rimasta traccia dentro di me.

Non sono un santo, riesco ad immaginare la violenza e spesso sono tentato di manifestarla.  Ma ne vedo la causa e il fine, e il limite è sempre basso.
Quello invece che non riesco a tollerare (e non lo dico in senso metaforico, o intellettuale,  è proprio il mio organismo che si chiude, si blocca) è la violenza gratuita e sistematica, l’esplosione improvvisa di qualcosa totalmente scollegato e disinteressato dalla ragione.

 Ricordo qualche anno fa, all’uscito di un cinema , quando mi è capitato di incrociare nel parcheggio una famiglia: mamma, papà e due figli.
Una bella famiglia. Lui un bell’uomo distinto sulla quarantina, alto, almeno 1 e 90, fisico importante e aspetto curato. La moglie una bella donna più o meno della stessa età, anche lei alta e dall’aspetto curato e ricercato.
Stavano discutendo, lei gli diceva qualcosa, recriminava o non so cosa, lui all’improvviso è esploso, avventandosi verso di lei  trattenendo a stento un pugno e urlandole insulti.
I bambini si sono messi a piangere, e poi tutti e quattro sono spariti dalla mia visuale.
L’immagine di quella manifestazione di forza fisica, contrapposta alla totale impotenza e rassegnazione di lei, mi ha lasciato frastornato e con la bocca dello stomaco contratta.
Sono passati diversi anni, ma il malessere che mi procura quella visione rimane intatto.

Però voglio far di tutto per non dimenticarlo mai, per ricordare queste cose in modo da riconoscerle sempre meglio e sempre prima, e non permettere che entrino a far parte della mia vita.

E in fondo è questo il segreto per non far diffondere l’ombra: essere tutti i giorni attenti e meticolosi nella cura del nostro piccolo lumino

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