giovedì 23 ottobre 2014

Oggi è il primo "giorno" di Tatapatata al nido...
Ha passato ben dieci minuti sola con gli altri bimbi, e quando Mamma l'ha salutata dicendo che andava a fare solo una commissione, chiedendole se voleva restare, lei ha risposto con un entusiasta SCIII !

Mi si stringe il cuore a pensarla da sola mentre affronta le difficoltà della vita: i litigi con gli altri bambini, il magone per la mancanza della mamma, la difficoltà a farsi accettare dagli altri...
In questo periodo in cui si concretizzano le scelte pratiche sul tipo di educazione da applicare, siamo sempre più assaliti dai dubbi sull'opportunità di conformarci agli schemi "comuni" della società che circonda.
Questo vale anche per il nido: mia moglie è rimasta un po' perplessa nel vedere alcuni bambini attaccati alle sbarre della staccionata che divideva l'entrata dalla zona giochi, in preda al magone e alla nostalgia di casa e trattati con decisione (quasi un po' di rudezza) dalle maestre invece che essere coccolati e accuditi.
Per carità, forse sarebbe impossibile avere a che fare con tanti bambini senza avere un po' la mano ferma, ma il dubbio è che quando sono così piccoli, forse per loro non è ancora il momento di rinunciare alla serenità e all'amore che possono dare genitori o nonni.

Vorrei che mia figlia potesse crescere i primi anni circondata da amore e libertà, libertà di esprimersi e di prendere consapevolezza del suo essere, senza essere condizionata da schemi preconfezionati e dettati da esigenze che non le appartengano.

Purtroppo, vivere in un certo tipo di società , e sperare di non addattarsi ai suoi schemi, è decisamente un'utopia.
Forse sarebbe possibile seguire uno stile di vita diverso se ci si trovasse tra gente con gli stessi ideali e con la stessa motivazione. In caso contrario, si rischia di far sentire il bambino un "diverso", creando forse più problemi che altro.
Ad esempio, come potrà essere possibile privarla dei cartoni animati che vedono tutti, del cibo spazzatura che gli altri bimbi mangiano a scuola, del giocattolo o del vestitino di moda in un determinato momento?

Nel mio cassetto, conservo il sogno di riuscire a vivere in montagna, creando un'attività legata al territorio che mi permetta avere i miei introiti senza allontanarmi dai luoghi che amo.
Stare chiuso in ufficio comincia a diventare sempre più insostenibile.
Le idee sono tante, ma per adesso sono abbastanza solo in questo sogno. Avrei bisogno di supporto concreto, di persone fidate e con le stesse idee di fondo in modo da creare un progetto variegato e adattabile a rispondere ad un'ampia domanda cmmerciale.

Sarebbe bello per mia figlia crescere tra animali, gite nei boschi e coltivazioni naturali?
O forse la farei crescere odiando queste cose, e sognando di vivere in città tra luci e oggetti colorati in mezzo a bambini simili a quelli che si vedono in televisione?

Questo inverno spero porterà buoni consigli...


Intanto il mio impegno per la corsa procede a gonfie e vele, e l'obiettivo della gara di Trail di novembre è sempre ben delineato. 
Sabato scorso fatta la prova sui 24 km di percorso, con un tempo esorbitante di 3h40', vero, ma il mio obiettivo era farlo tutto senza rinunciare.
Due giorni dopo ho poi fatto un giro di 10 km sul solito percorso misto montagna/pianura che parte da casa mia, e devo dire che i miglioramenti si vedono, riusciendo a rimanere sotto i 7'/km nonostante i 400 metri di dislivello e le mulattiere ripide. 
Gli ultimi 3 km in piano poi li fatti con un costante 5'40" che per i miei standard è più che soddisfacente.
Adesso mi attende un allenamento di ripetute sulla scalinata della condotta della centrale idroelettrica (dette anche "Stairway To Hell") questa sera, e una prova del giro corto del trail domani con due miei colleghi (solo 9 km ma con la salita iniziate a muro di 700m)

Probabilmente sabato non mi alzerò dal letto...



Foto dal 16° km della prova trail... chissenefrega dei tempi ;)

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