giovedì 3 dicembre 2015

Sweet December

Dicembre si fa strada minacciosamente nella mia vita, forte del suo peso specifico decisamente importante (opprimente?) che rende la sua avanzata inesorabile e travolgente.

Non sono pronto, non sono pronto.

Per i regali ho più o meno trovato la quadra in due rapide mosse ad effetto: 1) sistemato moglie con buono centro bellezza/benessere 2) delegato a lei il resto dei regali.

Rimane l'eventuale incombenza di organizzare qualcosa per i giorni di festa, soprattutto Capodanno, ma ormai è tardi per pensare a qualcosa di particolare, e soprattutto è ancora troppo presto per portare la piccola in qualche viaggio appena un po' impegnativo.
Probabilmente si ripeterà la cena tranquilla in casa come l'anno scorso, che comunque si rivela sempre una scelta ottima e soddisfacente.

Ma in realtà queste sono cose secondarie... il brutto di dicembre, è che spesso ti ricorda che nella vita sarebbe cosa buona chiudere un ciclo e aprirne un altro. Evolvere.
Questo ultime settimane sono state abbastanza pesanti per me: il cane, il lavoro,  gli amici, lo sport, l'amore... ogni caso mi ha messo duramente alla prova, lasciandomi spossato, fragile, privo di entusiasmo e di iniziativa.
Il lavoro è così da tempo. A febbraio saranno dieci anni che lavoro nello stesso posto, e da tempo ormai languo in una situazione di stallo (addirittura di regressione) senza intravedere grandi margini di crescita (a meno che il mio capo non "abdichi" per qualche strana ragione).
Ogni tanto spulcio gli annunci su Linkedin, e in effetti qualche opportunità potrebbe anche esserci... ma non di certo a 3 km da casa e in un paesino tranquillo che posso raggiungere comodamente in bicicletta.
L'unica volta che mi sono buttato seriamente, è quando ho provato a contattare la LEGO in Danimarca per un posto di progettista di giocattoli.
Azzardo sicuramente, una rivoluzione assoluta: dalle montagne della bella e calda Italia alla pianura fredda e grigia della Danimarca meridionale. Però credo che l'esperienza sarebbe potuta essere interessante.

In realtà l'attaccamento alla mia terra, alla mia famiglia e alla mia comunità è davvero forte, non ho proprio le caratteristiche del nomade.
Ma questa dipendenza mi fa sentire debole, vulnerabile, e il primo pericolo è l'eventuale crisi della mia azienda, evento al momento abbastanza remoto (almeno per il mio ruolo), ma non del tutto impossibile.

Una possibile via di fuga sarebbe il mio Progetto Montagna, l'idea cioè di avviare poco per volta un'attività sulla nostra montagna, coinvolgendo i miei famigliari mantenendo in parallelo il mio comodo posto da lavoratore dipendente.
Idee ce ne sono molte, terreno e fabbricati sufficienti ed eventualmente ampliabili... ovvio bisogna avere prima di tutto coraggio per buttarsi ed esporsi (e tanto tempo da dedicare!!!).
Qualche base la sto buttando da anni, assecondando soprattutto mio padre, e i risultati per ora sono soprattutto i nostri orti, gli alberi di mele e le nostre due pecorelle Shawn-the-sheep e Doroty.




A inizio anno conto di partire con un ulteriore passo, creare percorsi dedicati alla corsa/mtb/trekking, pulendo e ripristinando sentieri e installando una segnaletica dettagliata.
Per far questo ci sono soldi, manodopera che necessita di un po' di lavori extra, e appassionati per provare e collaudare il tutto.
Il primo traguardo di questo progetto dovrebbe essere una piccola gara di corsa, magari su un anello di 5 km da ripetere a seconda delle categorie.
L'organizzatore di eventi del genere numero uno della zona mi ha già assicurato tutto l'appoggio necessario, quindi i presupposti sono più che ottimi...

basta solo partire!







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