giovedì 17 aprile 2014

Free Time

Oggi ultimo giorno di lavoro prima del week end lungo...

Finalmente si prospetta un po' di relax, cominciavo a raggiungere il limite.
Il ricovero di Tata, le elezioni incombenti, i lavori per il consorzio montano da ultimare, le guerre interne al mio club sportivo, il clima pesante in ufficio...

Ieri mattina mi sono svegliato con un mal di testa fastidioso e un moto di repulsione verso tutto e tutti. Avevo solo voglia di andarmene, pensare unicamente alla mia mia famiglia.
La prospettiva era di trascorrere questi giorni di festa in montagna, nella nostra amata casetta, ma ovviamente il meteo bastardo sembra volerci prendere nuovamente per il culo: giorni e giorni di giornate fantastiche mentre ero bloccato al lavoro o all'ospedale, e previsione di freddo e pioggia a partire da questo sabato.

Merda.

Per cercare di recuperare, domani ci siamo programmati una giornata in Val d'Aosta lasciando la Tata ai nonni.
Prima tappa forte di Bard per vedere finalmente la mostra fotografica  Wildlife Photographer Of The Year , e poi un bel pomeriggio di relax alle terme.

Questo si che è un bel programma per iniziare un periodo di recupero energie e lotta allo stress!






mercoledì 9 aprile 2014

Oggi è una settimana che le mie due bimbe (quella piccola e quella grande), sono rinchiuse in ospedale.

Ormai Tata sta bene, è allegra, spensierata e terribile come sempre, quindi posso con un po' più di serenità tirare le somme.
E' stata una settimana massacrante, soprattutto i primi giorni in cui vedevo lei e la mamma sfiancate dagli esami e dalla costrizione in un ambiente estraneo e apparentemente ostile.

L'infezione alla gola sembra essere passata completamente, e non ci sono segni di complicazioni o effetti collaterali. Purtroppo quando si entra nel circolo vizioso delle strutture ospedaliere è difficile uscirne, e adesso dobbiamo aspettare almeno fino a sabato perché finiscano le cure e i controlli, così che i medici possano sentirsi al sicuro da qualsiasi rischio causato da una loro mancanza o da un loro errore.

La cosa brutta è il pensiero di aver sottoposto la bambina a questo bombardamento di farmaci, proprio noi che volevamo trovare il modo di farla crescere secondo una filosofia diversa, molto più lontana dalla medicalizzazione forzata e invasiva.
Forse non ce n'era bisogno, e ci siamo spaventati mentre poteva bastare una cura di antibiotici a casa.
Eppure da giorni la febbre non scendeva, e la nostra pediatra non ci sembrava tanto ferrata sulla situazione o sicura su cosa fare, così ci siamo affidati ai medici dell'ospedale.

Devo anche ammettere che nella difficoltà la nostra famiglia ha vissuto dei momenti belli, fatti di tanta unione e complicità, con un supporto reciproco totale.
Il brutto è tornare a casa la sera, con il mio "faro" a guidarmi sulla via di casa, dove però troverò solo tanto silenzio e un letto vuoto e sfatto.