martedì 30 gennaio 2018

La Principessa dell'Acqua

Figlia piccola mi stupisce sempre.
Quando mi è stato detto che sarebbe arrivata, non riuscivo ad immaginare di poter provare la stessa gioia e stupore donatami dalla sorella.
Temevo quasi di non essere in grado di amarla come la prima.

Poi invece ho scoperto, con sgomento, che era tutto l'opposto.

A volte addirittura ho paura di avere delle preferenze per lei.
Forse il suo grande merito è quello di aver riequilibrato le dinamiche nella nostra famiglia, comunque sempre troppo "mammocentrica".

La grande invece ha cercato molto il conforto per l'arrivo della "rivale" nel rapporto prioritario con la madre, quasi avesse l'ansia di vedersela portare via e quindi reclamandola in ogni situazione. A scapito mio.

Non mi cruccio, spesso ne sorrido. Soprattutto vedendo quanto cambino le cose nei momenti solo nostri, come la serata del mercoledì nella quale siamo solo io e le bimbe, dalla cena fino alla nanna.

Con la piccola le cose sono sempre state più equilibrate appunto, anche se gli ultimi mesi la vedono in una fase più ribelle nella quale di nuovo l'esclusività del rapporto con la madre diventa una sorta di trofeo da esibire.

Ieri sera c'è stato un momento di crisi in questo senso, perché voleva la mamma mentre lei era impegnata e bisognava andare a cambiarsi per la notte.
L'ho portata di forza in bagno, tra urla e pianti, poi, dopo aver cominciato a farle il bagnetto e farla giocare con l'acqua, ha cambiato di colpo umore diventando un angioletto.
Alla fine addirittura, forse sentendosi in colpa per i "papà tu via!" si è messa a fare la sdolcinata con abbracci e baci (lei che non ha il bacio facile), sussurrando "mio papà... io voglio bene mio papà.."





Credo sia troppo furba per me. La pagherò di certo.

mercoledì 24 gennaio 2018

Ritti contro il vento

Fatico terribilmente a ripartire con la corsa...

La settimana scorsa doveva essere quella del riscatto, invece mi sono fermato a martedì per quanto riguarda le uscite.
Domenica ho cercato di rifarmi con un po' di salita su asfalto, 7 km fino ad un paesello di montagna, percorso abituale quando cerco questo tipo di allenamento. Purtroppo il vento fortissimo ha reso la salita un vero calvario, con alcune raffiche che letteralmente mi facevano fermare sul posto... e quasi nessuna che da dietro mi spingesse su!

Un tratto su cui il mio record è 41 minuti, fatto in 51. Esattamente dieci in più.

Ma non è solo colpa del vento, le gambe erano veramente stanche e io mi sentivo appesantito.
Ieri ho insistito sulla salita, questa volta mulattiera, e di nuovo ho fatto una fatica enorme, rinunciando a correre dopo poco per continuare camminando.



Devo capire cosa voglio fare quest'anno... prima che sia di nuovo Natale!

venerdì 19 gennaio 2018

Fuori c'è un mondo fragile

Mia nonna paterna è morta.

Finalmente, dovrei dire.

Da più di due anni l'Alzheimer l'aveva portata via da sé, e negli ultimi mesi il suo corpo implorava quella mente cocciuta di lasciarlo in pace.

Mi chiedo se veramente in me non si annidino rimpianti, o se io voglia solo negare e nascondere i miei sentimenti.
Ero più preoccupato per mio padre, consumato e debilitato da questa situazione, e sono sollevato dal fatto che possa finalmente mettersi l'animo in pace e tornare a vivere.

Ieri sera mi sono fermato dai miei, accompagnando mio padre dal prete che voleva raccogliere un po' di informazioni sulla defunta.
Mio padre lo vedevo fragile e disorientato, forse un po' confuso, ma tutto sommato determinato.
Mentre aspettavamo che finisse la messa ci siamo presi una birra, ritrovando una confidenza da camerati e persone del paese con cui non credevo di avere ancora questa familiarità.
Dopo il "Monsignur" ci ha accolti nel suo salotto, ricordandosi bene di me nonostante i miei trent'anni di assenza dalle chiese, e sorprendendomi con una foto sulla credenza che ritraeva lui, me e gli altri ragazzi del campo scout dei lupetti.

Ho sentito il peso, e la forza, delle radici.
Io che troppo spesso mi ritengo foglia al vento.

Mi sono fermato per cena, saltando l'allenamento e le ripetute. 
Ho preso due pizze valdostane e un vassoio di bignole nelle pasticceria sotto casa dei miei, quella che ha sfornato 40 torte sempre uguali ad ogni mio compleanno.
Mentre mangiavo il mio bignè chantilly, pensavo al pasticcere che conosco da sempre, a sua madre morta quest'estate con un percorso identico a mia nonna, e che quand'ero bambino ci guardava dal balcone mentre giocavamo nel cortile. Ricordo persino suo marito, morto quando forse non avevo tre anni, ma che per me è rimasto come ricordo sfocato di un pomeriggio soleggiato e profumato di crema alla vaniglia, e di un corteo funerario di cui avvertivo la gravità ma non ancora il significato.

Mi ha commosso il pensiero che un figlio possa far vivere il padre tramandandone il lavoro, l'arte.
Che uno chantilly possa rendere immortali.
Mi ha rattristato il pensiero che il figlio del figlio abbia rinnegato questo sapere, e ora il negozio sia in vendita.

Chi mi farà le torte d'ora in poi?

E' stata una bella serata. 
Eravamo tutti più in pace e rilassati: mio padre, mia madre ed io. C'è stato un tacito rassicurarsi a vicenda, gesti e piccoli vizi per festeggiare la vita e non rimpiangere chi è morto.


La vita è fatta di piccole e dolci cose. Il segreto è celebrarle.




giovedì 18 gennaio 2018

Le vacanze della Befana

Anche quest'anno siamo riusciti ad organizzare una mini vacanza per il periodo della Befana con le bimbe.
Dopo Roma, Firenze e Cinque Terre, quest'anno abbiamo optato per Venezia (e un po' di Veneto).

Roma e Firenze ci erano davvero piaciute, ovviamente per la bellezza delle città, ma anche per la formula treno+appartamento in centro, che ha reso gli spostamenti e le visite non troppo gravosi e molto divertenti per la figlia grande prima, e per tutte e due l'anno dopo.

Le Cinque Terre le abbiamo visitate nella modalità camper+treno, ma il punto debole era appunto il camper, che d'inverno e con le bimbe ancora troppo piccole creava qualche problema logistico.

Quest'anno abbiamo fatto tappa a Malo, occupando la casa della zia di mia moglie che era a sua volta in vacanza qui da noi.
La soluzione non sarebbe stata neanche malvagia, avendo l'appartamento gratis, ma l'ora abbondante di viaggio per raggiungere Venezia ha condizionato in nostri due giorni di visita.

Venezia è bellissima....



Mi manca ancora Napoli tra le grandi città italiane, e forse solo Roma con le sue vestigia antiche riesce a competere con la capitale della Serenissima.
Venezia è qualcosa di unico, anche per l'uniformità della sua bellezza, non (troppo) sparpagliata in mezzo ad una brutta città moderno-italica.

Venezia è carissima!

Una famiglia si dissangua visitandola: 26 euro di parcheggio, 20 euro a testa di mezzi pubblici (per fortuna le bimbe non pagano ancora, ma per un pelo), biglietti a pagamento per ogni attrazione, bar e ristoranti piuttosto dispendiosi (ma ho visto che facendo attenzione si trovano prezzi ragionevoli)

Noi, soprattutto per motivi di abitudini alimentari, ci siamo portati il pranzo al sacco, ma uno dei problemi di Venezia è dove mangiare all'aperto! Rimane solo il parco della Biennale, che non avevo mai visitato in passato e ho trovato bellissimo e comodo per far rilassare le bimbe.

Sono stato contento di essere tornato qui. Mi entusiasmo sempre vagare per le calle, e per la prima volta l'ho fatto con il buio, trovando un'atmosfera fantastica.


Potessi affittare un appartamentino per qualche giorno, senza la bimbe o addirittura da solo, e trascorrere ore a vagare con la macchina fotografica, tra un prosecco e l'altro a bordo canale, sarei la persona più felice e in pace del pianeta.

Con le bimbe invece è stato duro.
Prepararsi, fare il viaggio, parcheggiare, prepararsi alla visita... e già è ora di pranzo. 
Pranzo, cacca, pipì, cacca l'altra, pipì l'altra... e già metà pomeriggio è passato.
Poi sonno della piccola, stanchezza della grande, imprevisti vari... ed è ormai ora di tornare alla macchina.

Non abbiamo fatto niente alla fine, solo attraversare la città prima in vaporetto, poi a piedi, e fare un giro a Murano con una visita ad una fornace (Bellissima per la figlia grande, ne vale la pena). Non siamo riusciti ad entrare in nessun monumento principale, troppa coda, e neanche andare al museo di scienze naturali, che diversi siti consigliavano per i bambini.
Poco male, ci è rimasta l'atmosfera, e le bimbe erano entusiaste.

Il Veneto mi piace, mi sono sentito bene anche durante il primo giorno nel quale siamo andati al mercato di Schio e poi a Marostica
Sarà il mio quarto veneto, ma trovo la gente qui simile ai piemontesi ma più aperti e disponibili. Simili nella diffidenza e nel distacco iniziale, ma in fondo più volenterosi di aprirsi.
E poi percepisco più efficienza e ordine, e non c'è niente da fare, io da questo punto di vista non mi sento bene in Italia. Come ho già detto, mi sento molto più affine ai nordici o ai teutonici, e non mi riconosco nel disordine e nella disorganizzazione tipica del nostro paese.

Dovessi scegliere un posto nuovo in cui vivere, punterei alla zona di Asiago oppure, appunto, nei pressi di Vicenza.

Oggi ho visto un annuncio di lavoro per Asolo... che ne dite???

mercoledì 10 gennaio 2018

2018 Start

E finalmente anche il mio 2017 runneristico (ma si può dire runneristico???) è cominciato, con quasi dieci giorni di riatrdo.

Fino a ieri qui da noi le nubi nere, la pioggia battente  con fulmini e lampi (a gennaio!) la facevano da padrona. Un tempo veramente anomalo con le minime a 5 o 6 gradi ed una quota neve quasi a 1500.
Oggi però, appena prima della mia pausa pranzo, ha smesso di piovere, quindi non avevo più scuse e ho seguito il mio collega per un giretto in piano. Otto chilometri circa ad un ritmo medio, durante i quali mi sono visto passare davanti gli occhi tutti i bicchieri di prosecco e di spritz (che sono tanti davvero) bevuti in questi giorni.

Faccio ancora fatica a dare un giudizio sull'anno passato. Sono contento di non aver avuto problemi fisici, mediamente contento dei risultati sui trail lunghi, meno sulle cose veloci.
Ci sta, faccio troppi pochi lavori di qualità che mi permetterebbero di acquisire velocità e soprattutto mantenerla più a lungo senza crollare spudoratamente dopo pochi chilometri.

Ma ovviamente ci sono altre priorità, a cui difficilmente ruberò spazio per incaponirmi con la corsa.

Rispetto all'anno scorso ho fatto comunque quasi 500 km in più e addirittura il doppio di dislivello.

Quest'anno riuscirò a mantenere un crescendo, seppure minimo???

lunedì 8 gennaio 2018

I miei primi 21

Sottotitolo: su asfalto 

In effetti sono un po' anomalo, in questi tre anni abbondanti di corsa praticata a livello semi-serio, non avevo mai provato a percorrere un mezza maratona in piano.

Di solito appena ho un po' più di un'ora di tempo libero parto per i vari sentieri e salite, mi sembra quasi di perdere tempo a girovagare per strade asfaltate in mezzo al traffico.
L'altro giorno però avevo un paio di ore libere e ancora abbastanza luce ad attendermi, quindi mi sono voluto togliere la soddisfazione di provare una mezza così al volo.

Esticazzi comunque.

Il mio ideale è di portarmi ad un ritmo gara di 4'15"/4'20" al chilometro, quindi sono partito a questi ritmi...

Non è durata, ovviamente.
Complice il percorso non agevole, con sterrato obbligatorio, neve, ghiaccio e macchine, al sopraggiungere dei 10 km ero già piuttosto provato.
Dopo il 13° il ritmo era già sceso oltre i 5'/km, e l'ultimo tratto di ciclabile al buio e completamente innevato e ghiacciato ha reso il procedere un vero calvario. 

Ho chiuso in 1h42'. Bel lontano dall'ora e mezza a cui aspiro, ma almeno ho fatto una prova.

Purtroppo sono seguiti giorni intensi, senza tempo libero per correre e con troppe occasioni per bere e mangiare...

Ora bisogna riprendere, sempre che finisca questo diluvio.