lunedì 30 maggio 2016

Le domeniche sui monti

Finalmente sono riuscito a partecipare ad un trail come si deve: 18 km e 1060 mt D+

Non si trattava poi di una gara qualunque, ma di una organizzata in collaborazione con una sezione ANPI locale, e che si snodava su sentieri legati alla storia partigiana e risistemati per l'occasione.
Per questo motivo ci tenevo particolarmente, e nonostante le previsioni allarmistiche sul meteo non ho esitato a partecipare.

In più ne ho approfittato  per testare il nuovo Camper, trasformato per l'occasione in base logistica per il nostro team. 

La mia gara è andata bene, è stato in assoluto il mio miglior trail (E se non fosse stato così sarebbe preoccupante, visto l'impegno negli allenamenti intercorso tra questo e l'ultimo!)
Ho retto molto bene la salita, nonostante una lunghissima rampa di oltre due km molto ripida, anche se devo ancora lavorare sulla velocità e sulle riprese.
In ogni caso nei sali/scendi in quota ho ritrovato energie, riacquistando posizioni per poi dare il meglio nella lunghissima discesa su un bellissimo sentiero con tanta terra compatta e poche pietre.

Al traguardo ci sono arrivato in 2 ore e 15, 46° su poco più di 110 partecipanti (di livello medio alto, dato il tempo avverso i corridori meno convinti se ne sono stati a casa).
Ottimo tempo, sopratutto se paragonato ai soliti noti che incontro abitualmente nelle gare di casa e di cui conosco le prestazioni.

Ma alla fine non sarà il tempo o la posizione a rimanermi dentro... saranno le sensazioni bellissime che mi ha dato il poter correre tra boschi di pini sotto la pioggia, o nei pascoli di un verde abbagliante punteggiati da una miriade di narcisi.
La cosa più utile che ho avuto dalla mia medio/buona preparazione, è il poter affrontare il percorso senza sentire troppo la fatica, godendomi così le belle sensazioni della corsa e di quello che mi circondava.

E' questo quello che cerco, e ieri ho di nuovo avuto la prova che ne vale la pena, e che quello era il solo posto giusto al mondo nel quale avrei dovuto trovarmi.


lunedì 23 maggio 2016

Gray monday, happy monday

Come da previsioni, oggi era tutto grigio e freddo.
Niente pioggia, ma neve bassa, intorno ai 2200 (così, ad occhio), vento freddo da ovest e nuvoloni neri giù verso Torino.

Tempo ideale per andare a correre!

Il mio appuntamento fisso con la salita del lunedì ha avuto vita breve. Con il rischio pioggia non avevo voglia di buttarmi su mulattiere viscide, e così ho preso scarpe da asfalto e puntato la faccia al vento per fare i soliti otto chilometri.

La forma era ottima, e l'andata con un ventaccio terribile che mi frenava e andata via liscia e scorrevole. Ritorno in progressione fino a scendere a 4:10, e conclusione a 8,5 km a 4:50, sotto la media di questo percorso.

Il piano comincia ad andare ottimamente. Sabato garetta di paese, "Camminata non competitiva aperta a tutti"... see, sticazzi. Si sono radunati i più forti runners della zona, e la partenza sembrava quella di una finale mondiale.
Io mi ero prefissato di ridurre di almeno due minuti i 30 fatti in prova, ed infatti ho concluso in 28 esatti.

Buon tempo, ma alla fine mi sono reso conto che avrei potuto fare di più. Troppa paura di tirare "a tutta", sempre troppo parsimonioso con le mie energie.
Sia nel chilometro di salita che in quello finale, avrei potuto rosicchiare una ventina di secondi, avvicinandomi ad un più gratificante 27 finale.
La salita poi la patisco ancora troppo, troppo poca resistenza nella gambe. Ho bisogno di fare distanze più lunghe, dai 15 ai 20 km, ma ovviamente non ho mai tempo.



Domenica poi bella giornata con passeggiata a tappe gastronomiche.
Moglie, figlie, suoceri, tutti a spasso per le borgate del nostro comune degustando i prodotti locali preparati dalle associazioni del paese.
E' stato faticoso (avendo zaino con bimba grande per la maggior parte del tempo) ma bello. Bello stare tutti quanti insieme all'aria aperta, bello partecipare alla vita del paese e sentirsi un po' di più una comunità.

Unico neo, qualche momento di capricci e crisi di timidezza della più grande, alimentato dalla presenza della nonna che io trovo sempre troppo invasiva, specie nei momenti in cui la piccola avrebbe potuto interagire con altre bambine cercando di cavarsela da sola.
Mia suocera è bravissima, ma paradossalmente spesso eccede nel suo essere brava e partecipe, esagerando con l'impegno che mette nel seguire e far giocare le bimbe, che alla fine causa una loro dipendenza dalla presenza costante e attiva di un adulto, e una stanchezza eccessiva in lei che poi la porta a negare il suo aiuto in momenti in cui avremmo veramente bisogno.

Pazienza, i nonni sono nonni. Bisogna prendere quello di buono che ci danno e non farsi troppi crucci.







giovedì 19 maggio 2016

Un mercoledì da Peoni

Piano piano la mia carriera di corridore sta cominciando ad ingranare ...

I risultati cominciano ad essere evidenti, e sempre più mi sento integrato nel gruppo sportivo al quale mi sono iscritto e con il quale mi alleno il mercoledì.
E' un gruppo di persone fantastiche (e di un livello di competenza/prestazioni al top), ma quando non riesci proprio a star loro dietro diventa difficile integrarsi. O almeno io per come sono fatto faccio fatica.

Non sono mai stato una persona sociale, con l'istinto di fare gruppo. Sono tendenzialmente solitario e autonomo, e se entro a far parte di un gruppo (sportivo, di lavoro, di volontariato che sia) devo prima di tutto meritarmelo con i fatti, con i risultati e l'impegno, mai con le parole.

Ho un odio profondo per le persone che si vendono a parole, e che poi non fanno seguire i fatti (Ma in realtà mi stanno antipatici anche se dopo le parole qualcosa fanno vedere).
Sul lavoro mi capita sempre più spesso, soprattutto con i ragazzi più giovani: arrivano su un nuovo posto di lavoro già con il presupposto di sapere tutto e di aver fatto grande esperienza nelle loro peripezie post-studi, poi puntualmente si rivelano dei sacchi vuoti.

Io in tutte le mie esperienze (penso a causa della mia insicurezza di fondo), sono partito dal presupposto di essere l'ultimo degli ignoranti e degli incapaci, stando zitto, ascoltando e cercando di impegnarmi, per poi (Con mia grande sorpresa il più delle volte) vedermi riconoscere dagli altri stima e considerazione per i successi ottenuti.

Tutto questo per dire che mi sto impegnando anche adesso, lavorando a testa bassa per sentirmi "degno" di far parte della squadra, e che ieri sera le prime avvisaglie le ho viste.
L'allenamento consisteva in una "gara" a coppie, con staffetta su ripetute da 1000.
Il mio massimo risultato auspicabile era non fare troppe figuracce, perché contro i Top che le corrono in meno di 3 minuti non posso fare niente. 
Per carità, io sono uno da 40 km a settimana, loro da 130... partiamo già da due mondi agli antipodi.
In ogni caso me la sono cavata egregiamente, partendo a 3'46" e poi restando sempre sotto i 4 minuti. La cosa che mi ha fatto piacere però è stata la regolarità (mio grande cruccio), essendo riuscito a mantenere un ritmo costante e senza crolli, e avendo sempre una riserva per lo sprint finale.

(Vedere dei grafici così piatti mi commuove quasi!)



Sabato avrò questa gara corta e veloce con una bella parte in salita, e sarà un ottimo test per verificare i miei miglioramenti.

martedì 17 maggio 2016

Mi piacerebbe viaggiare, ma ho i piedi piantati

E' un po' la mia peculiarità: tante idee, tanti buoni propositi, tanti sogni... 
Ma alla fine se mi allontano dal mio paese, e perdo il profilo così famigliare delle mie montagne, mi sento smarrito.

Mi hanno proposto un lavoro, un cambio di ruolo all'interno della mia azienda. Un ruolo più commerciale, con la responsabilità del nord e centro America.

Io adoro viaggiare, adoro ritrovarmi da solo in paesi stranieri e dovermela cavare con le mie forze.
Sarebbe una bella svolta: novità, autonomia, crescita personale.

Il mio attuale incarico ha invece poche prospettive, troppi vecchi baroni piantati nella loro posizione che soffocano i nuovi arrivati per la paura di vedersi sminuiti (Parlo di settantenni e addirittura un ottantenne... questo è davvero un paese per vecchi).

Un assaggio di quello che potrei fare l'ho avuto quest'estate, con un viaggio in Cina di oltre una settimana.
Ero io il "capo spedizione" solo perché si doveva andare a cavallo di ferragosto, e i lor signori non ci pensavano nemmeno di rovinarsi le ferie già programmate.
E così per una volta la nostra azienda è stata rappresentata da due ragazzi "giovani" (meno di 40 è giovane, no?), e il successo del nostro viaggio ha fatto guadagnare molti punti al sottoscritto, che la direzione commerciale vorrebbe avere come sua risorsa.

Non credo che accetterò, togliere tempo alle mie figlie e alle mie passioni extra-lavorative non ne vale (al momento) la pena.
Ho  un amico di corsa, un cinquantenne con una figlia ventenne, che mi racconta sempre del rammarico d aver perso l'infanzia (e la confidenza) della figlia per colpa del lavoro.

E' un rimpianto che non voglio avere. Tutto il resto passa in secondo piano.


Per ora farò affidamento alle vacanze ed ai viaggi di piacere!



(my road to Shanghai)












lunedì 16 maggio 2016

Alla fine questo week-end abbiamo optato per rimanere sulle nostre montagne, niente camper e niente raduno Alpini.

Sabato ho voluto portare tutta la mia famiglia ad una commemorazione di partigiani.
E' stata una bella mattinata, e sono stato contento di coinvolgere le mie figlie in queste atmosfere.
La montagna poi era bellissima, con dei verdi così brillanti e variegati da far quasi male agli occhi tanto riempivano la vista. E così ci siamo detti che era un peccato non goderci questi giorni di primavera piena nella nostra casetta.

Niente collaudo camper quindi, ma pranzo in famiglia con nonni zii e cuginetti, e giornata passata sul prato a godersi il sole.
In più ho potuto aiutare mio padre a sistemare il recinto per le nostre due pecorelle, e dare così un timido impulso positivo al nostro sogno di micro-azienda agricola famigliare.

Non è proprio il momento in realtà per questo progetto. I problemi di salute di mia nonna che impegnano i miei quasi ventiquattr'ore su ventiquattro, gli impegni lavorativi, l'impegno che ancora richiedono le bimbe e la loro scarsa autonomia... tutto ci allontana dalla montagna.
Forse è giusto così, probabilmente i tempi non sono maturi.

Ho sentito tuttavia l'attrazione e l'energia positiva stando lassù... e oggi di conseguenza sento tutta la chiusura di starmene costretto davanti a dei monitor illuminato da luci al neon.
Sono al limite della crisi claustrofobica.

La mia ancora di salvezza, come sempre, è la corsa... e questo un po' mi spaventa, non vorrei che fosse un rifugio, ma una piacevole scelta per migliorare la mia vita.

Sabato sono salito in montagna di corsa: 7 km scarsi e 600 metri di dislivello in 54 minuti, con un'ottima sensazione nella salita che ho corso quasi interamente (alcuni pezzi di sentiero erano proprio ripidi e disagevoli, inutile forzare cercando di correrli).

Oggi in pausa pranzo 8,5 km con strappo a metà giro su una salita di 25 metri di dislivello. Pensavo di patire di più, non mi sentivo in forma, invece me la sono goduta, e di nuovo la salita l'ho affrontata benissimo. 
Alla fine ho concluso con un ritmo di 5'02", in progressione partendo da 5'20" e con un 600 metri finale a 4'19" senza sforzare troppo.

Questo sabato su parte del percorso di oggi ci sarà una bella garetta di 7 km, la prima che -forse- riuscirò a fare (Il condizionale è d'obbligo!)  quest'anno. 
Sarebbe bello riuscire a fare un buon tempo, e raccogliere qualche risultato dopo tutti gli sforzi che ho fatto!


Cambiando argomento, ho ricevuto una proposta di lavoro per fare da fotografo ad un matrimonio. E' una bella opportunità, sia per fare esperienza, sia per guadagnare qualcosa di extra da investire nella fotografia.
Attualmente la mia attrezzatura non mi permette di essere al livello, ma il mio amico-collega-fotografo mi ha già detto che mi presta la sua D3s, quindi dovrei avere una buona ammiraglia da affiancare alle mie vecchiette.
Su questo campo, ho sempre in sospeso il servizio per il parco tematico di un mio amico e del catalogo del suo negozio di giocattoli, e in fondo al cassetto c'è un bel progetto di guida fotografica sui siti celtici della mia zona.

Tutto in sospeso, tutto al rallentatore... devo iniziare a correre non solo a piedi.


In ogni caso, è ufficialmente arrivato il culmine della stagione dei papaveri...
Bisogna darsi da fare.










giovedì 12 maggio 2016

Il cielo è blu oltre le nuvole... ma io devo prima guardare dove metto i piedi

Questa mattina sveglia alle 4:15, e via per giretto di corsa organizzato dal mio Team:
10 km, 500 metri di dislivello su mulattiere umide e viscide di pioggia.

Bellissimo.

Sopratutto perché abbiamo avuto la sorpresa di un cielo azzurro in mezzo a poche nuvole residue, ed un'aria frizzante e piacevole carica del profumo dei boschi bagnati.
Mi sono proprio goduto la corsa, impostando il mio ritmo all'inizio della salita e correndo tutti i 500m di dislivello (su 3km esatti) senza mai mollare. 
E' la prima volta che ci riesco su questo percorso, e anche se camminando a passo deciso sarei andato di certo più veloce, ho superato il mio record di salita di quasi un minuto.




(ore 6:00, Torino Dorme)



Voglio credere che questa bella mattinata sia il sigillo definitivo della mia uscita da quest'ultimo periodo nero.

Dopo aver scritto l'ultimo post, sono cominciati una serie di giorni no. 
Una bruttissima tonsillite mi ha messo KO per quasi una settimana, e un'altra settimana mi ci è voluta per riprendermi dalla dose massiccia di antibiotici e antiinfiammatori che ho preso.
Contemporaneamente si sono instaurate a casa una serie di dinamiche pesanti, forse proprio aiutate dal mio malessere fisico.
Con mia figlia grande si è creato un certo distacco, non capisco se sono io ad essere insofferente nei suoi confronti, oppure lei che attraversa un periodo complicato, soprattutto pensando al fatto che ha cominciato a dormire all'asilo e fare quindi tutta la giornata fuori casa, pur essendo in anticipo di quasi un anno rispetto ai suoi compagni più piccoli.
Fatto sta che non riuscivamo più a trovare i nostri spazi di sintonia e complicità, e i nostri momenti insieme erano più che altro litigi e capricci.
A questo si aggiungeva un malumore generale diffuso, e neanche il rapporto con mia moglie (anche lei ammalata subito dopo di me tra l'altro) riusciva ad essere sereno.

Se poi aggiungiamo il tempo schifoso...

Comunque questi ultimi due giorni sembrano caratterizzati da un'inversione di tendenza.
La debolezza fisica sembra archiviata, la corsa riprende i ritmi di prima, con le mie tre ragazze si ritorna ad essere allegri e spensierati.

Poi abbiamo il nostro camper da collaudare...
E se tutto va bene lo faremo questa domenica per il raduno degli Alpini di Asti!