giovedì 26 novembre 2015

Alti e bassi

Ieri è stata una giornata pesante...
Un viaggio in giornata a Milano per lavoro, e poi al ritorno a casa una bimba piccola piuttosto nervosa e capricciosa. 
Per carità niente di che, più che capricci erano lamenti e pianti sommessi, però il doverla sempre tenere in braccio e cullarla, unito alla solita frenesia della preparazione della cena, mi rendeva insofferente e nervoso, bisognoso di silenzio e di solitudine.

Credo che la causa principale sia il senso si fastidio (e di colpa) per la giornata sprecata. Prima dal punto di vista lavorativo, dove da settimane ormai è solo un trascinarsi per otto ore in attesa di finire la giornata, e poi dal punto di vista personale/sportivo, in quanto ancora una volta ho saltato il mercoledì di corsa, sia per la stanchezza della giornata che per il freddo davvero fastidioso.

Purtroppo il nervosismo è contagioso, quindi il mio essere scostante si è propagato verso la parte femminile della famiglia, rendendoci tutti scostanti, e quando ho preso tutte e due le bimbe per cambiarle e lavarle, mi sono ritrovato in poco tempo con due piccoli demoni urlanti e scalcianti che invocavano mamma e mi sfuggivano da tutte le parti (non solo la grande, ma ormai anche la piccola tende a rotolare via dal fasciatoio come un bagarozzo impazzito).

Sono troppo vulnerabile a questi meccanismi autodistruttivi, ne sono consapevole.
Da un lato il mio essere tendenzialmente pigro e non costante nelle cose, dall'altro la voglia e la consapevolezza di dover/poter fare di più.
Il momento più critico è il fine settimana, con le aspettative di fare qualcosa, di realizzare progetti per la casa e la famiglia, e dall'altro lato la voglia di lasciarsi alle spalle la settimana pesante appena trascorsa, cazzeggiando e godendosi i momenti di relax e di fancazzismo estremo.
Ed ecco che il più delle volte non si realizza né una cosa né l'altra, ma si ottiene solo delusione, nervosismo... e litigate.


Per fortuna il mio momento di pace ieri sera alla fine  è arrivato, con le tre femmine nel letto e io da solo sul divano davanti a Netflix.

Che figata Netflix vero???

Noi non abbiamo la televisione, solo AppleTV e PC, e la mia pigrizia da tempo mi aveva fatto smettere di guardare film e serie TV, dato che non avevo più voglia di mettermi lì a scaricare, inserire sottotitoli, spostare il portatile per vedere i programmi sul televisore...
Adesso è tutto a portata di mano, un sacco di serie a disposizione solo da far partire perché proseguano in automatico memorizzando cosa hai guardato e dove sei arrivato.

Ecco quindi che in un mese di abbonamento mi sono già sparato:

Californication prime tre serie
Sons OF Anarchy prime due serie
Marco Polo 
Narcos
Orange Is The New Balck

Basta poco per rilassarsi un attimo e ritrovare un minimo di equilibrio, e infatti questa mattina l'atmosfera era molto più serena e rilassata... a parte il risveglio della grande leggermente anticipato agitato.
Non è mai la più simpatica del mondo appena sveglia, ma oggi era addirittura incazzata nera, e quando sono salito per prenderla, ha cominciato a inveire contro di me e contro tutti i maschi, dicendo che voleva solo mamma e le femmine.

Ma sarà normale a due anni e mezzo essere già così femministe militanti???

Per carità, è durato poco.
Il nostro rituale di corteggiamento è ricominciato (come ogni giorno) da zero, e piano piano si è fatta conquistare di nuovo dal maschio cattivo di casa, tanto che quando ho messo la giacca per uscire le è spuntato il broncio e una mezza lacrimuccia mentre mi chiedeva perché andavo già via.

Per proseguire in positivo la giornata dovrei quindi impegnarmi ed essere produttivo al lavoro (!!!) e riuscire ad andare a correre almeno un po'...

Domani forse, dai.






martedì 24 novembre 2015

C'è chi parte e c'è chi resta

Beh insomma, c'è che ad un mese dall'arrivo della piccola, il nostro vecchio Mr.P ci ha lasciati all'improvviso.

Aveva compiuto da poco quindici anni, ma nulla lasciava presagire quello che è accaduto. 
Il venerdì stava più che bene, allegro e morto di fame come sempre durante una cena con amici, poi la notte ha vomitato (da come ho potuto vedere solo la pappa che gli ho preparato io), e il giorno dopo era piuttosto mogio.
Alla sera quando sono tornato a casa non si alzava più, e poco dopo è spirato pacificamente, come se si addormentasse.

Già mentre cerco di riordinare i ricordi, mi saltano alla mente pensieri colpevoli, su come avrei potuto fare di più, su cosa sarebbe successo se fossi corso subito dal veterinario eccetera...
Non lo so, dubito che sarebbe cambiato qualcosa, forse al meglio l'avrebbero manipolato e tagliuzzato seguendo le più moderne arti veterinarie... per poi rimandare solo l'inevitabile.
Invece se n'è andato serenamente, nello stesso e identico luogo in cui è arrivato quindici anni fa, quasi come se volesse togliere il disturbo, non creando fastidi neanche al momento della morte.

Questa cosa del fastidio mi torna continuamente in mente. 
Lui era il cane tranquillo e meno fastidioso dell'intera zona. Non abbaiava praticamente mai, si faceva la sua vita, aveva poche esigenze.
E' stato un collante fondamentale nella nostra famiglia, prima per il suo formarsi, poi per il suo mantenersi unita fino all'arrivo delle due bimbe.
Proprio in questo momento cruciale, con la fatica delle nostre cose quotidiane e le sue esigenze di vecchietto, per noi stava sempre di più diventando un peso, un fastidio.

I peli, la puzza, la fatica di portarlo fuori dopo una giornata pesante, le pisciate davanti a casa dove le bimbe giocano, i soldi spesi per mantenimento e cure mediche...

Ovvio, il peso era niente se confrontato con l'amore che riceveva e ci ricambiava, e il vuoto lasciato è immenso. Ma a volte mi sembra proprio che la sua sia stata una scelta ponderata...

Il mio compito è finito, per non disturbare oltre me ne vado.


Alla fine l'ultimo viaggio l'abbiamo fatto io e lui, non poteva essere altrimenti.
Lui mi aveva scelto, il più cocciuto della cucciolata che si era subito attaccato a me come se la decisione di andarcene insieme fosse stata scritta ben prima del mio arrivo.
E così siamo saliti sulla montagna, nel nostro rifugio, perché è lì che ormai risiedono le nostre anime... o almeno l'essenza più profonda di esse.





Che poi il posto non è niente male, sopratutto d'autunno.

Mi raccomando, tienimelo al caldo amico mio 





giovedì 19 novembre 2015

Da qualche parte splende il sole

Stamattina guardando dalla finestra del bagno mi sono reso conto che eravamo avvolti dalla nebbia.
Era da qualche anno che se ne vedeva poca, quasi niente direi, da queste parti. Quando ero studente pendolare a Torino mi ricordo che era quasi la norma nel periodo invernale, o comunque accadeva di frequente.

In ogni caso oggi eccola qui, una triste e fredda coperta grigia sospesa sulle nostre teste, che garantisce un clima tetro e freddo e annulla qualsiasi voglia di iniziare la giornata lavorativa.

La cosa odiosa della nebbia, è che sembra essere stata inventata apposta per scassare i maroni a noi. Sopra il sottile strato di vapore acqueo c'è di solito una giornata stupenda, mentre noi siamo relegati a starcene al freddo e al buio.

Cosa fare quindi?
Mandare una mail al capo preannunciando un paio d'ora di ritardo, e prendere la prima strada su per la montagna in modo di lasciare il più in fretta possibile il fondo valle.

Risultato?
Cielo azzurro, sole stupendo e temperatura che passa da due a diciassette gradi.
Il tempo di ricaricare le pile, fare qualche foto, e poi si può anche affrontare una giornata lavorativa.






E così ho anche trovato la forza di andare a correre in pausa pranzo (anche se il sole non ce l'ha fatta ad uscire, e la temperatura non arrivava a dieci gradi), riuscendo a fare sette chilometri di poco sotto i 5min/km.
Lento, dovrei puntare ai 4'30'' almeno, ma non riesco più ad ingranare bene in queste settimane, ho sempre le gambe pesanti e mi prendono dei momenti di crisi che fatico a superare. Senza contare poi che sono passati solo cinque giorni dalla donazione di sangue.
Ma il tempo è quello che è, e infatti la pausa pranzo è l'ultima spiaggia per riuscire a fare qualcosa. Forse è meglio puntare solo ad un mantenimento per questo termine dell'anno, e con il prossimo ricominciare a spingere di più.

Prossimi obiettivi, trail sulla neve a Sestriere il 19 dicembre, poi maratona alpina in primavera e i 44 km del giro del Monviso in estate.

Ce la faremo (?)

mercoledì 18 novembre 2015

Ci riproviamo?

Credo che riprendere a scrivere adesso sia una buona cosa.
Leggere l'ultimo post mi fa sorridere, non l'avevo mai fatto dopo averlo scritto. Le due lineette preannunciavano l'arrivo di una seconda e bellissima bimba, ormai sulla soglia dei due mesi.

I mesi di attesa sono stati mediamente faticosi, a causa soprattutto di alcuni problemi fisici della mamma che non le hanno permesso di godersi la gravidanza. 
Per fortuna poi il parto è stato meraviglioso (soprattutto per loro due, io questa volta ho partecipato molto poco), svoltosi a casa in un ambiente accogliente e sereno alla presenza di un gruppo di donne molto dolci e preparate.

Lo ammetto, avevo molto paura di questa cosa. Egoisticamente avrei preferito essere in ospedale con un esercito di medici a disposizione, ma alla fine sono stato contento della scelta, e confrontando le due nascite mi rendo conto di quanto migliori una situazione vissuta con consapevolezza in casa.
Quando sono entrato in camera, mia moglie con la piccola in braccio mi ha guardato e non riusciva a smettere di sorridere e dirmi quanto fosse stato bello.
Vederla così valeva il prezzo di tutte le paure che ho provato.

Particolarmente emozionante è stato l'incontro tra le due neo sorelle...
La più grande è arrivata la mattina dopo (prima notte passata dai nonni!), e tutta timida ed emozionata è entrata in camera da letto dove l'aspettava la mamma. 
All'inizio si nascondeva ridacchiando e dicendo "io sono un po' timida!", poi è corsa sul letto tutta contenta baciando la mamma e la sorellina.
Per fortuna la sua reazione al nuovo arrivo si è mantenuta positiva fio ad ora. Magari un po' più di voglia della mamma la sera (prima la portavo a letto io, adesso non riesco più) e qualche momento di capricci per attirare l'attenzione, ma niente che non si risolva in fretta e con due coccole.

E per quanto riguarda me?
Beh, credo di essere riuscito a reggere bene fin ora. 
Mi pesa un po' non avere più tempo per nessuna delle mie attività extra famiglia: corsa, montagna, amici. Ma sono consapevole che per una mamma è ancora peggio.
L'unica aggravante che credo ricada su noi uomini, è il fatto di riceve meno gratifiche dai figli...
Almeno a me capita così. La mamma è ancora il centro dell'universo per le bimbe, che invece sono più nervose e insofferenti con me: la piccola si quieta solo con il contatto della mamma o, meglio, della tetta; la grande vuole più attenzioni e quindi ogni cosa deve farla con mamma...
Papà no.
Solo le femmine, i maschi no (cit.)

Quindi a me non resta che sgobbare.
Pulire, far da mangiare, lavare o cambiare le bimbe fino a che resistono, eccetera.

In tutto questo come ne risente la mia carriera da runner???
Ovvio, non decolla.
Da settembre avevo iniziato ad allenarmi insieme ad un gruppo di gente tosta, roba da farsi la maratona a 4min/km, e stavo migliorando decisamente, abbassando in poco più di un mese di quasi un minuto al chilometro i miei tempi sulle brevi distanze.
Adesso invece ho di nuovo mollato, e temo di aver perso qualcosetta.
Domenica scorsa si è svolto l'evento clou della zona, un trail da 24 km con 1200 metri di dislivello.
L'altr'anno ho impiegato 3h34', ma vedendo i tempi di quest'anno nelle varie gare puntavo alle 3 ore.
Invece la mancanza di allenamento sulle lunghe distanze si è fatta sentire, e dopo un ottimo inizio, sulla media che volevo, ho cominciato ad avvertire un dolore costante al tendine (credo) tra anca e gamba.
Alla fine ho chiuso zoppicando e molto sotto il mio passo abituale, anche se il tempo si è fermato su 3h12' (un bel miglioramento comunque).
Di certo con qualche bel lungo in più prima della gara sarei riuscito a sfiorare le agognate tre ore (e battere quel maledetto del mio collega che mi precede sempre di un soffio quando c'è salita).


D'altro canto sto ricevendo qualche soddisfazione come fotografo.
Questo fine settimana replicherò una mostra già proposta due mesi fa (giusto in concomitanza con la nascita di Bimba2) e che sembra abbia riscosso un discreto successo.
Mi è piaciuto prepararla, perché è stato una sorta di reportage per raccontare la storia medievale di una paese della mia zona, quindi prima è nata l'idea, poi sono partito a fare le foto con a disposizione neanche troppo tempo, cercando i momenti della giornata migliori, le visuali più suggestivi e innovative, per poi editare tutto il materiale alla ricerca di uno stile uniforme e personale.

Ci sarò riuscito?
Beh, sicuramente avrei potuto fare meglio, scattando con più calma e con più attenzione. Ma in fondo il lato tecnico non è quello che mi interessa di più, preferisco uno stile più rozzo e d'effetto, con sbavature volute e cercate che tolgano quella patina di fredda ricerca tecnica vista troppo spesso nella fotografia contemporanea, e dovuta forse alla potenza delle macchine digitali, che portano l'autore a preoccuparsi di più di far vedere la galassia di pixel che è in grado di sviluppare la sua macchina da 3000 euro piuttosto che far trasparire un po' di sentimento (di anima?) dal suo lavoro.

E' forse una scusa per giustificare la mancanza di capacità???
Forse si, me lo chiedo spesso. Eppure mi è capitato di editare in maniera creativa alcune immagini, una volta facendo attenzione alla perfezione della tecnica, un'altra quasi "dipingendo" con gli effetti grafici, senza badare a sbavature e sovrapposizione di stili... e alla fine preferivo di gran lunga quella più grezza.

Ai posteri l'ardua sentenza. 
La cosa certa è che questa esperienza mi ha dato tantissimi stimoli personali e anche notorietà nella zona, il che non è male.

Nient'altro da dire?

Beh, ci sarebbe altro, e sarebbe ora di elaborare l'avvenimento scrivendone dettagliatamente...
Ma forse è meglio fare un'altra volta.