lunedì 21 dicembre 2015

Runner in ginocchio

Ieri sera ho avuto la definitiva conferma che qualcosa non va.

Altra garetta di Natale da 5 km, un giro carino per le vie di un paese addobbato a festa con un temperatura neanche troppo proibitiva per il periodo. Era un'occasione ottima per fare una bella corsa, e io mi sentivo pure in forma e motivato a battere il mio personale.
E in effetti il primo dei tre giri stava andando alla grande, con un ritmo che oscillava tra i 4'20" e i 4'10" (destinato ovviamente ad abbassarsi, ma necessario per raggiungere l'obiettivo di 4'30" finale). 
Poi riecco quel dolore... una fitta sul lato esterno del ginocchio sinistro che mi ha fatto quasi cedere la gamba e che mi ha costretto a rallentare drasticamente zoppicando per alcuni tratti.
La cosa più furba sarebbe stato interrompere la gara, ma il concetto di abbandono faccio fatica ad accettarlo, e così piano piano ho raggiunto il traguardo.

Oggi guardando su internet ho capito cosa potrebbe essere: sindorme della bandelletta ileotibiale.
Lo so, farsi le autodiagnosi su internet è sbagliato e controproducente, ma l'idea sembra essere condivisa dalla maggior parte delle persone con cui poi ho parlato.

La descrizione mi calza a pennello, soprattutto per l'aumento improvviso del carico di lavoro e la predilezione per corsa in discesa su terreno irregolare.
Il trattamento consigliato è 20 giorni di stop più impacchi freddi... in pratica tutti i progetti di passarsi delle ferie natalizie tra giochi con le bimbe e lunghe uscite di corsa in montagna è andato a farsi benedire!



giovedì 17 dicembre 2015

Le corse del mercoledì

Ce l'abbiamo fatta, dopo più di un mese di assenze ieri sera sono riuscito ad andare ad allenarmi insieme agli altri del "Team".
Ovviamente in questo periodo il nemico numero uno è la pigrizia... con la temperatura esterna vicino allo zero e il buio ormai totale, trovare la forza di affrontare gli allenamenti di quel pazzo del Coach è davvero arduo.
Io sono in pratica il più scarso del gruppo, e già solo superare il loro riscaldamento (4/5 km intorno ai 4'30") è un'impresa, figuriamoci tenere dietro durante gli allenamenti.

Ieri sera facevano 7 km in progressione, partendo da 4 al km circa per scendere progressivamente.
Noi scarsi alternavamo un loro km lanciato ad uno di riposo, facendo in pratica delle ripetute 4x1000.
Per fortuna c'erano altri due a farmi compagnia, uno poco più veloce di me, così da potermi far tirare un po', e l'altro decisamente più lento, che mi ha permesso di non figurare come il più scarso del gruppo!

Alla fine è andata bene, e credo di aver tenuto il tempo dei giri sotto i 4, anche se devo ancora scaricare per bene i dati.

Mi rendo conto che questa maniaca dipendenza dal cronometro sfocia facilmente nel patetico, eppure è una fantastica molla per andare avanti e cercare di migliorarsi.
Che poi il mio obiettivo è quello di acquisire quel ritmo e quella resistenza in grado di farmi svolgere delle belle gare senza arrancare come un tisico, oppure di partire per dei giri in montagna di una certa lunghezza, senza dover star via per ore e ore tornando a casa completamente devastato.

Se nel 2016 riuscissi a non far più figli, magari per l'estate qualche bel risultato sarò in grado di raggiungerlo.

Oggi comunque è stato il giorno della prima recita natalizia all'asilo della più grande.
Essendo la più piccola, si è limitata a stare seduta vicino ai sui compagni vestita da stellina, agitando ogni tanto le braccine e guardandosi intorno spaesata.
Era comunque un amore, e solo la finta concentrazione sulla macchina fotografica mi ha permesso di non sciogliermi in lacrime.


lunedì 14 dicembre 2015

Litigi e Babbi Natale che corrono

Nei giorni scorsi ci sono stati alcuni momenti di scontro aperto con la bimba grande.
Complice forse un mio momento di nervosismo, unito ad una serie di giorni in cui lei arrivava alla sera particolarmente stanca e capricciosa, fatto sta che ci siamo ritrovati a litigare in maniera piuttosto accesa.
Tutto è cominciato una sera in cui lei era appunto particolarmente capricciosa, chiedendo di continuo di poter vedere i cartoni alla TV nonostante non sia nostra abitudine permetterglielo intorno all'ora di cena.
In ogni caso era evidente che fosse una giornata particolare, quindi qualche concessione in più gliel'abbiamo fatta.
Purtroppo i capricci sono continuati anche al momento della preparazione per la nanna, con crisi isteriche per non cambiarsi e lavarsi i denti.
Io a quel punto sono sbottato dal nervosismo, soprattutto visto tutta la fatica fatta nella serata per essere comprensivo e accomodante, ma avendo alla fine dei conti ottenuto solo il risultato opposto di quello sperato. Ad un suo gesto di stizza violento (unito ad un calcio involontario nelle mie parti basse), l'ho strattonata e bloccata finendo di vestirla a forza e buttandola sul letto lasciandola poi da sola in lacrime.
Ovviamente a questo punto è intervenuta la mamma, sostituendomi e facendole presente che aveva fatto arrabbiare senza un motivo.

Ovviamente non devo pretendere che una bambina di neanche tre anni possa capire di aver esagerato e chiedere scusa, eppure non ho potuto evitare di sentirmi offeso dal suo comportamento e barricarmi in un silenzio scontroso nei suoi confronti.
Lei in realtà un po' si sentiva anche in colpa, e ha pure azzardato un "mi sono dimenticata di dire una cosa a papà..." prima di addormentarsi con la madre, ma alla fine la serata si è conclusa con un freddo distacco tra noi due.

Distacco che è continuato pure il giorno dopo, sia nei brevi istanti in cui ci incrociamo al mattino che al mio ritorno dal lavoro.
Non mi andava di far finta di niente, sentivo l'esigenza di farle capire che le sue azioni hanno un peso, e che esiste anche un padre che si arrabbia e che deve essere rispettato e, perché no, temuto.
Poco alla volta ci siamo riavvicinati, anche se con qualche altro momento di scontro dovuto al fatto che non accettavo i suoi scoppi di ira e i suoi comportamenti irrispettosi nei miei confronti.

Mi rendo conto che il rischio di dimenticare che si tratta di una bimba piccola è sempre in agguato, specie con lei che sembra spesso più matura e consapevole per la sua età, eppure certe volte non riesco proprio ad evitare di arrivare a questi punti di rottura, così come non riesco a non reagire a comportamenti irrazionali e violenti con la violenza stessa.
Sento che è un problema comune a alla maggioranza dei genitori, e sento molti consigli su come non reagire mai sul piano fisico. Ma quando l'altra sera nel letto, mentre con calma e gentilezza cercavo di calmarla e leggerle una storia, si è ribellata e mi ha tirato una manata sul naso, non ho potuto evitare di scattare di colpo afferrandole il mento e bloccandola sul cuscino mentre la sgridavo.
E' vero, insegnare a reagire alla violenza con la violenza può' essere sbagliato, specie se porta loro a farlo.
Però come si fa a far loro prendere coscienza che i comportamenti violenti e maneschi hanno conseguenze gravi e pesanti? E che se iniziano a prendere questa strada potrebbero solo ottenere brutte conseguenze?

In ogni caso il fine settimana si è messo poi sul sereno, con serate tra amici e parenti e parecchio tempo passato in casa con serenità.

Sabato sera poi sono riuscito all'ultimo a partecipare ad una gara di "Babbi Natali" qui in zona, con un bel percorso di 5 km e poco meno di 100 metri di dislivello.
Avrei preferito un percorso piano, per poter tirare in gara il record sulla distanza, ma mi sono comunque divertito.
Alla fine ho chiuso a 24 minuti netti, contro un record personale di 23 sul piano... tempo non lodevole ma comunque apprezzabile vedendo che dietro di me c'era gente che di solito mi distaccava parecchio in altre gare.

Sto riprendendo il giro in somma, e soprattutto la voglia di sfidarmi e migliorare... buon proposito per l'anno nuovo







giovedì 10 dicembre 2015

I Reduci del Ponte

Ok, con il ponte dell'Immacolata siamo ufficialmente entrati in modalità-festa ON.
Albero fatto, decorazioni sparse qua e là, energie mentali dirottate in grande quantità verso la progettazione di regali, ferie e attività da fare nel tempo libero.

E' stato un ponte piacevole, al limite della perfezione.

Domenica dedicata allo sport, con una bella salita al monte Musinè, la più classica delle salite per i torinesi, che non avevo mai fatto lungo la via principale.
Bell'allenamento, quasi 800 metri di dislivello in poco più di 50', con la discesa esattamente a metà tempo.
Considerando che la mia amica di "riferimento", che da più di un anno cerco di raggiungere nelle gare della zona, ha impiegato in gara 47 minuti a salire, ma addirittura 35 a scendere, direi che in un'eventuale competizione (dove in media si diminuisce il tempo di una decina di minuti su queste distanze) avrei fatto la mia porca figura.

Anche la fotografia ha avuto la sua soddisfazione, grazie ad un Open day della Olympus dove mettevano a disposizione la gamma di prodotti OMD, con tanto di studio fotografico e modella.
Il paese dei balocchi insomma.
Sono sempre più contento della scelta fatta quasi un anno fa, quando ho deciso di sospendere la mia avventura nel mondo Reflex in attesa di un salto di qualità netto con una full frame. Sentivo l'esigenza di avere una macchina pratica e maneggevole, da tenere sempre con me anche quando si esce con tutta la carovana dei bimbi.
La OMD M-10 è stata veramente una scelta azzeccata: ancora non eccessivamente dispendiosa, ma con prestazioni veramente di alta gamma. Poi in fondo non sono un professionista, il mio è un hobby, quindi non c'è niente di meglio di un sistema che ti invogli a scattare sempre di più, aprendoti nuovi mondi e nuove prospettive.





Per il resto tanta famiglia, con le bimbe brave e simpatiche, due bellissime giornate a spasso per il centro di Torino, scoprendo nuovi localini dove fare ottimi pranzetti al volo, e godendoci l'aria di festa tra bancarelle di libri usati e di piccolo artigianato.




Inoltre ho avuto la possibilità di avere un intero pomeriggio per me, rinchiuso in casa con le mie serie TV sdraiato sul divano al caldo.

Ora l'ultimo sforzo, ormai una decina di giorni di lavoro, e poi possiamo ricominciare.






venerdì 4 dicembre 2015

Di corsa verso il week-end

Novembre è stato in pratica un mese di stop per quanto riguarda la corsa
Tra i postumi del trail, la donazione sangue che mi ha spompato e gli impegni famigliari, ho ridotto le uscite ad una manciata, e sempre di scarsissima qualità.

Mi ero ripromesso di riprendermi a dicembre, soprattutto con gli allenamenti in gruppo del mercoledì, e per adesso siamo sulla buona strada...
Da ieri sono tornato a correre in pausa pranzo, vincendo la pigrizia, il fastidio del freddo e soprattutto la mancanza di un pranzo rifocillatore/consolatore.
Questi allenamenti non sono il massimo, lo so. Alla fine ho a disposizione una qurantina di minuti effettivi di corsa, e io patisco molto gli sforzi brevi e intensi.
Ieri infatti sono stato penoso... due chilometri di riscaldamento, poi un tentativo di cinque più sostenuti. Alla fine ho chiuso con un deprimente 5:09/km... ancora il maledetto muro dei cinque che non mi abbandona!
Oggi il successo era già solo replicare l'uscita. In ogni caso le cose sono andate un po' meglio (seppur con il solito momento di crisi intorno al secondo km) e sono sceso a 4:52.

Un mese fa puntavo a scendere sotto i 4:30/km, direi che la strada non è di certo quella giusta...

Comunque ho qualche perplessità sulle scarpe.
Da un paio di mese sono passato alle nuove Brooks Glycerin 13 (arrivando dalle 12), e devo dire che non mi convincono. Se stringo appena i lacci sento fastidio al collo del piede, e facendo i 24 km di trail mi sono venuti fastidiosi dolori ai tendini.
Con le 12 mi trovavo meglio, sia su asfalto che su sentiero.

Regalarsi un paio di Cascadia per Natale??? 




Intanto il lungo ponte è arrivato, e l'intenzione è di fare una bella scalata di un migliaio di metri di dislivello, per non perdere la forma nella salita che mi aveva dato qualche soddisfazione negli ultimi tempi...

Ce la faremo?

giovedì 3 dicembre 2015

Sweet December

Dicembre si fa strada minacciosamente nella mia vita, forte del suo peso specifico decisamente importante (opprimente?) che rende la sua avanzata inesorabile e travolgente.

Non sono pronto, non sono pronto.

Per i regali ho più o meno trovato la quadra in due rapide mosse ad effetto: 1) sistemato moglie con buono centro bellezza/benessere 2) delegato a lei il resto dei regali.

Rimane l'eventuale incombenza di organizzare qualcosa per i giorni di festa, soprattutto Capodanno, ma ormai è tardi per pensare a qualcosa di particolare, e soprattutto è ancora troppo presto per portare la piccola in qualche viaggio appena un po' impegnativo.
Probabilmente si ripeterà la cena tranquilla in casa come l'anno scorso, che comunque si rivela sempre una scelta ottima e soddisfacente.

Ma in realtà queste sono cose secondarie... il brutto di dicembre, è che spesso ti ricorda che nella vita sarebbe cosa buona chiudere un ciclo e aprirne un altro. Evolvere.
Questo ultime settimane sono state abbastanza pesanti per me: il cane, il lavoro,  gli amici, lo sport, l'amore... ogni caso mi ha messo duramente alla prova, lasciandomi spossato, fragile, privo di entusiasmo e di iniziativa.
Il lavoro è così da tempo. A febbraio saranno dieci anni che lavoro nello stesso posto, e da tempo ormai languo in una situazione di stallo (addirittura di regressione) senza intravedere grandi margini di crescita (a meno che il mio capo non "abdichi" per qualche strana ragione).
Ogni tanto spulcio gli annunci su Linkedin, e in effetti qualche opportunità potrebbe anche esserci... ma non di certo a 3 km da casa e in un paesino tranquillo che posso raggiungere comodamente in bicicletta.
L'unica volta che mi sono buttato seriamente, è quando ho provato a contattare la LEGO in Danimarca per un posto di progettista di giocattoli.
Azzardo sicuramente, una rivoluzione assoluta: dalle montagne della bella e calda Italia alla pianura fredda e grigia della Danimarca meridionale. Però credo che l'esperienza sarebbe potuta essere interessante.

In realtà l'attaccamento alla mia terra, alla mia famiglia e alla mia comunità è davvero forte, non ho proprio le caratteristiche del nomade.
Ma questa dipendenza mi fa sentire debole, vulnerabile, e il primo pericolo è l'eventuale crisi della mia azienda, evento al momento abbastanza remoto (almeno per il mio ruolo), ma non del tutto impossibile.

Una possibile via di fuga sarebbe il mio Progetto Montagna, l'idea cioè di avviare poco per volta un'attività sulla nostra montagna, coinvolgendo i miei famigliari mantenendo in parallelo il mio comodo posto da lavoratore dipendente.
Idee ce ne sono molte, terreno e fabbricati sufficienti ed eventualmente ampliabili... ovvio bisogna avere prima di tutto coraggio per buttarsi ed esporsi (e tanto tempo da dedicare!!!).
Qualche base la sto buttando da anni, assecondando soprattutto mio padre, e i risultati per ora sono soprattutto i nostri orti, gli alberi di mele e le nostre due pecorelle Shawn-the-sheep e Doroty.




A inizio anno conto di partire con un ulteriore passo, creare percorsi dedicati alla corsa/mtb/trekking, pulendo e ripristinando sentieri e installando una segnaletica dettagliata.
Per far questo ci sono soldi, manodopera che necessita di un po' di lavori extra, e appassionati per provare e collaudare il tutto.
Il primo traguardo di questo progetto dovrebbe essere una piccola gara di corsa, magari su un anello di 5 km da ripetere a seconda delle categorie.
L'organizzatore di eventi del genere numero uno della zona mi ha già assicurato tutto l'appoggio necessario, quindi i presupposti sono più che ottimi...

basta solo partire!