lunedì 24 febbraio 2020

I Nostri Demoni

I demoni vengono a prenderti nelle ore più liete.
Quando la notte sembra ormai passata, il pericolo scampato e le difese si abbassano.

La settimana scorsa è stata seppellita la sorella di un mio amico, sopraffatta da questi demoni.
Due miei famigliari (acquisiti) tirano avanti grazie alle medicine... ma tirano avanti "cosa"?
E' quella una vita?

Io mi sono sempre ritenuto fortunato, convinto di essere forte e immune. Eppure credo non ci si debba illudere, tutti vengono toccati da lampi di sconforto e disperazione.
A volte mi toccano pensieri più neri del dovuto... pentimenti sull'aver dato a due bimbe una vita con un futuro incerto, facili prede di dolore e angosce.
A volte mi chiedo se non avrei fatto meglio a rimanere da solo, esaurire la mia vita girando per il mondo e pensando solo a me stesso.

Un mio cugino sta facendo una cosa simile, girovagando senza legami da diversi anni in oriente. Solo qualche lavoretto per sostenersi, e per il resto una vita da turista per sempre.

Durano poco queste considerazioni, ne vedo subito il limite implicito tendente all'autodistruzione. Il mio ottimismo di base (per ora) prevale sempre. 
Vedo un fine più alto nel continuare la vita, nel coltivare la vita.
Nonostante tutto.

Anche se spesso ho paura.
Proprio in quei momenti in cui il giorno esplode dopo la notte e la vita stessa ti chiama a sé.
Richiede forza accettare la sfida, e la voglia di nascondersi e rifugiarsi è irresistibile.

Forse chi corre lo capisce meglio di altri.
L'angoscia prima di una gara a tratti è molto simile: notti insonni, stomaco in subbuglio, voglia di abbandonare...

Perché affrontare tanto dolore e sofferenza?

Solo la nostra anima lo sa. 
E la soddisfazione dopo aver tagliato il traguardo, quel riverbero che ci spinge ad iscriverci alla prossima -e più difficile- gara, in fondo è solo una delle facce del mistero della vita.


2 commenti:

Claudia Turchiarulo ha detto...

La risposta é no.
Non avresti fatto meglio a restare da solo e a non generare le tue due figlie, perché nel momento in cui sono nate avrai pensato anche tu (come me) che nulla avesse davvero mai avuto un senso prima.
Io non corro, anzi. Sono pigrissima...
Però i momenti di sconforto li vedo scorrere sotto ai miei occhi e so come reagire.
Guardando mio figlio, appunto.
Scrivendo. Andando a chiacchierare col mio mare.
Spero che anche tu non sarai mai travolto dal desiderio di arrenderti.
A presto.

spiritodeimonti ha detto...

Lo spero anch'io ;)
Per ora questo pensiero positivo prevale... e confido rimanga tale.

Salutami il mare!